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Soprattutto nell’ambito dei colloqui di lavoro capita, per burocrazia, di dover fornire un curriculum una serie di dati personali legati, spesso e volentieri, alla nostra esperienza professionale e ai titoli di studio da noi conseguiti. Chiaramente, tra le richieste più gettonate, in questo tipo di colloqui, compare quasi sempre la consegna di un documento che attesti, ove presente, il nostro status di laureati con la tesi di laurea che sia laurea di primo livello triennale o quinquennale.

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Quando consegnare l'autocertificazione della laurea breve, triennale o quinquennale

Naturalmente è importante consegnare una autocertificazione della laurea raggiunta in facoltà che sia completa e soprattutto corretta in ogni minimo dettaglio, per evitare che, in caso di controlli di burocrazia da parte dell'azienda, un minimo errore possa inficiare la prosecuzione del nostro rapporto di lavoro.

La comodità dell'autocertificazione del titolo di studio

Piuttosto che passare per la facoltà della nostra vecchia Università dove abbiamo discusso la tesi, ma anche piuttosto che recarci in copisteria a fotocopiare l’atto di laurea, risulta notevolmente più semplice stilare un’apposita autocertificazione della laurea breve, sia triennale che quinquennale che per la burocrazia è valida.

Di seguito presentiamo un modello semplice ma utile, da seguire in caso di necessità, ma senza il bisogno sistematico di essere troppo fedeli all’originale! N.B.: per facilitare la comprensione, spesso i moduli prestampati richiedono, indirettamente, la compilazione degli stessi in stampatello.

Fac Simile modulo dell'autocertificazione della laurea

Io sottoscritto (cognome e nome) _____________
Nato a________________ il giorno____________
Codice fiscale___________________ cittadinanza _____________
Residente a_________________ in (via o piazza)_________________
n°_____ Cap____________

dichiaro

di avere conseguito presso la Facoltà di_________________
dell’Università _____________________
di ________________________________
il titolo di ____________________________
nel giorno______________ con punteggio___________

in fede.

Firma__________________

Guida generale all'autocertificazione degli esami sostenuti e del voto finale

Immagine usata per illustrare l'articolo Autocertificazione della laurea: quando è possibile?

Se ti stai chiedendo quando è possibile sfruttare questa dichiarazione, la risposta è pressochè immediata. Innanzitutto, può essere utilizzata l'autocertificazione della laurea nel caso di invio di un curriculum o rapporti con l'ufficio delle pubbliche amministrazioni: stiamo parlando dunque di Università, comuni, province, regioni e altri enti pubblici.
Altri casi che possono presentarsi riguardano la comunicazione con chi gestisce i servizi pubblici: Poste Italiane, Telecom Italia, ACI, Enel, e via di seguito.
Questi moduli possono essere rivolti anche a determinati uffici di servizi privati che ne consentono chiaramente l'utilizzo. Ed il ricorso.

Tutto ciò è possibile da non molti anni, secondo quanto previsto dall'art. 15 L. 12 novembre 2011, N 183,

Se poi ti stai chiedendo quali sono i soggetti che possono fare ricorso a questo tipo di risorsa, ecco un breve elenco per fare maggior chiarimento:

  • tutti i cittadini italiani
  • tutti i cittadini che appartengono all'Unione Europea
  • tutti i cittadini che provengono da paesi extracomunitari, che posseggono un regolare permesso di soggiorno

Una volta compilata, in carta semplice e senza dover pagare imposte di bollo, si può allegare al curriculum o presentare agli sportelli o negli uffici dove è necessario, sia personalmente, che via fax, ricordandosi in questo caso di allegare una copia del documento di identità.
Qualora, anche se previsto dalle normative del caso, un impiegato del servizio non accetta la nostra autocertificazione della laurea, può essere segnalato in quanto sta violando i doveri di ufficio.

Come scrivere un autocertificazione e i casi in cui utilizzarla

La dichiarazione sostitutiva di certificazione può essere necessaria anche nel campo lavorativo. Quando ad esempio ci si partecipa ad un concorso per un posto di lavoro o nel caso ci si candidi per una posizione aperta. La dichiarazione sostitutiva di certificazione è in vigore dal 1997, anno in cui è stata introdotta dalla legge Bassanini allo scopo di semplificare e velocizzare le procedure dell'Amministrazione Pubblica.

La dichiarazione sostitutiva di certificazione è un'autocertificazione con la quale il dichiarante certifica, sotto la propria responsabilità, di possedere determinati requisiti o caratteristiche. La dichiarazione sostitutiva di certificazione è redatta in carta semplice, non occorre neanche apporvi la marca da bollo, e sostituisce dei certificati amministrativi.

Dichiarazione falsa?

Qualora la dichiarazione sostitutiva di certificazione risulti falsa, il dichiarante perde i benefici relativi all'autocertificazione e incappa nelle sanzioni fissate dal codice penale con D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, artt. 75 e 76.

La dichiarazione sostitutiva di certificazione può essere utilizzata in tantissimi casi per autocertificare informazioni circa: la residenza, la nascita, la cittadinanza, la posizione agli effetti degli obblighi militari, il godimento dei diritti politici, il titolo di studio o qualifica professionale. La dichiarazione sostitutiva di certificazione deve sempre essere firmata dal dichiarante pena la nullità del certificato. In base all'art. 46 D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445 segnaliamo un modello di autocertificazione da presentare agli organi della pubblica amministrazione o ai gestori di pubblici servizi.

Ecco il modello della dichiarazione

IL SOTTOSCRITTO (Nome Cognome),

Nato il ... Nato a ... Prov …
Residente in (Indirizzo composto da: Via Civico Comune Cap. Prov. Nazione)

DICHIARA (in base al certificato necessario)

  • di essere nato/a a...........(comune e provincia) il ...........
  • di essere residente in...............con domicilio in Via......n°.....
  • di essere cittadino/a Italiano/a
  • di essere di Stato Civile.....(Celibe/Nubile, Coniugato/a, Vedovo/a)
  • da atto della propria esistenza in vita
  • che il/la figlio/a di nome...........è nato/a a ..........il........
  • che...............è morto/a in data......
  • di essere alla seguente posizione agli effetti militari.......
  • di essere iscritto/a nell'.......(indicare l'albo o l'elenco)
  • che la famiglia convivente si compone di.....
  • titolo di studio................o qualifica professionale.......
  • Situazione reddituale economica...................

Letto, confermato e sottoscritto, .............(luogo), Lì (data)

In fede, il dichiarante.................(firma)

Vi segnaliamo un sito che a nostro parere risulta di semplice e facile utilizzo, oltre ad essere molto utile a quanti devono redigere una dichiarazione sostitutiva di certificazione. Il portale comuni.it propone dei moduli di autocertificazione. E' sufficiente compilare il modulo con le informazioni richieste, premere il pulsante crea e stampare il certificato.

Falsa dichiarazione dei titoli: ecco cosa si rischia

L’autodichiarazione può essere utilizzata anche nel caso in cui si intenda partecipare ad un concorso pubblico e si debba dichiarare, tra le altre cose, il proprio titolo di studio. Purtroppo l’idea di dichiarare il falso può balenare per la testa di chiunque se l’obiettivo è quello di trovare un lavoro stabile. Capita che a molti sembri una sciocchezza, un modo come un altro per poter arricchire il proprio curriculum,  tramite una scheda anagrafica professionale (clicca qui per scoprire come scriverla), come spesso si fa ad un colloquio: ma una cosa è dichiarare il falso in termini di titolo di studio per poter accedere ad un concorso pubblico, un’altra è dire di essere bravi a lavorare in team anche quando non lo si è. 

Quando si mente durante un colloquio, cosa che statisticamente fa la maggior parte dei candidati, al massimo si rischia di non essere richiamati, ma i concorsi in questione sono un vero e proprio atto pubblico e mentire per poter avere maggiori possibilità può determinare conseguenze anche gravi. Il motivo per cui questo accade è molto semplice: si sta dichiarando il falso di fronte ad un pubblico ufficiale poiché ad occuparsi dei concorsi pubblici troviamo forze dell’ordineavvocatimagistrati e simili.

Per sapere cosa si rischia basta far riferimento all’articolo 495 del Codice Penale, il quale afferma che chiunque dichiari o attesti il falso al pubblico ufficiale verrà punito con la reclusione da uno a sei anni. A questo va aggiunto che la pena non può essere al di sotto dei due anni se si dichiara il falso su informazioni quali il proprio stato civile, la propria identità o sulle proprie qualità.
In passato è capitato di scoprire individui che avessero dichiarato il falso ma si è sempre valutato ogni caso singolarmente: non viene, infatti, esclusa a priori la buona fede dell’errore.

Nel caso di false dichiarazioni in merito, ad esempio, ad esperienze lavorative pregresse, soprattutto se non completamente false (magari si dichiarano più ore settimanali di quelle effettuate), è facile che si chiuda un occhio perché si tratta di informazioni che non incidono direttamente sui requisiti necessari per poter partecipare al concorso pubblico.
Insomma, non pensate che compilare un’autodichiarazione dichiarando il falso sia una cosa da niente: si rischia a livello penale!

Se sei incerto sulla scelta del tuo percorso di studi universitario, ti suggerisco di leggere anche questi approfondimenti:

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.

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