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Oggi affronteremo un tema delicato e caro a molti italiani: il Calcolo della tredicesima per la badante. Per molti, coloro che svolgono lavori domestici, come le colf e le badanti devono essere regolarizzate, soprattutto se provenienti da Paesi esteri, per poter esercitare tale professione senza problemi. La regolarizzazione di colf e badanti è obbligatoria e prevista per legge già dal 2009; è inoltre fondamentale che le badanti e le colf abbiano attualmente un regolare contratto.Le badanti e le colf, e tutti coloro che svolgono delle attività lavorative in ambito domestico, hanno inoltre diritto alla relativa tredicesima. Anche per loro la tredicesima va data nel mese di dicembre e calcolata in modo consono e evitando errori di sorta.

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I dati demografici confermano il costante incremento della vita media della popolazione italiana e il suo progressivo invecchiamento, sicchè anche la figura dell’assistente domestica è in continua crescita e spaziando in molteplici attività che vanno dalla cura e l’igiene dell’assistito alla gestione e pulizia della casa, sopperisce alle carenze dei sistemi e servizi socio-assistenziali del nostro paese.

Questa figura in passato era occupata solamente da persone straniere, in particolare extracomunitarie con permesso di soggiorno, che facevano assistenza alle persone più anziane. Nell’ultimo periodo, invece, a causa della crisi economica che ha bruciato migliaia di posti di lavoro, a fare assistenza ci sono diverse persone italiane, che impossibilitate a trovare altro impiego, scelgono questa via per non rimanere senza soldi e continuare a vivere e per questo è importante conoscere gli aspetti relativi alla busta paga per le badanti (sono parecchie infatti le testimonianze di italiani che hanno dovuto accettare questa situazione per far fronte alla loro situazione economica).

E’ l’altra faccia della medaglia di questa crisi che ha colpito duramente il nostro Paese. Non è un caso che queste figure sono sempre più richieste nel periodo estivo; si è calcolato un aumento del 3% delle richieste nel 2014 rispetto all’anno precedente, con uno sbalzo di oltre venti punti percentuali relativo a quattro anni fa, ossia al 2010.

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Se desideri approfondire il tema delle buste paga, ti consigliamo di leggere i nostri articoli informativi: Buste paga INAIL, Come fare una busta paga e Calcolo delle detrazioni per figli a carico.

Di cosa si compone la busta paga per la badante

Busta paga per la badante

Sul frontespizio della busta paga per una badante si trascrivono i dati anagrafici del datore di lavoro nonché quelli della collaboratrice. La prima riga riporterà la data di assunzione e quella di licenziamento, nonché gli scatti di anzianità che per colf e badanti maturano ogni biennio.

Se vuoi saperne di più sul mondo delle colf clicca qui e leggi i dettagli sulla lettera di licenziamento per questa figura professionale.

La seconda riga indicherà la scadenza del tempo determinato, la percentuale part time (quest’ultima viene indicata solo nel rapporto di non convivenza) e i ratei di tredicesima. Le righe immediatamente successive faranno riferimento ad elementi come la paga base, l’indennità di funzione, il risultato in euro degli scatti di anzianità maturati e lo straordinario forfetizzato (ovvero l’importo corrisposto per compensare gli straordinari effettuati nel mese di riferimento).

Altri valori indicati saranno l’indennità assorbibile, ossia un valore corrisposto in aggiunta al minimo sindacale, e l’acconto futuri aumenti. Qualora il datore di lavoro e la badante si accordino per il pagamento di ferie, permessi di lavoro ed ex festività, tredicesima e TFR a cadenza mensile, si potranno compilare altresì i campi indicati con le apposite diciture.

Per ottenere informazioni approfondite sulla tredicesima, ti consigliamo di leggere il nostro articolo dedicato alla tredicesima in maternità.

Ulteriori approfondimenti sulla busta paga per la badante

Occorre tener presente che nella compilazione della busta paga si distingue il caso della badante a ore da quello della badante fissa. Le ‘ore ordinarie’, ossia il numero delle ore lavorate, sono indicate in modo differente a seconda che il rapporto sia di convivenza oppure no.

Nel caso di non convivenza, il calcolo della busta paga per la badante si effettua come segue: tempo x valore = competenze. Nei casi di convivenza della badante con l’assistito, risulterà anche la dicitura ‘ore non lavorate’, che si ottengono sottraendo all’importo del pagamento mensile le assenze. Le badanti conviventi possono svolgere al massimo dieci ore al giorno non consecutive, per un totale di 54 ore a settimana, mentre quelle non conviventi possono svolgere al massimo otto ore di lavoro al giorno non consecutive per un totale di 40 ore alla settimana.

Evitare il lavoro nero

La legislazione italiana ha previsto forti ammende per chi scopre le persone che hanno in casa badanti assunte a lavoro nero. Se l’assunzione non viene comunicata alle autorità competenti, è prevista un’ammeda compresa tra 200 e 500 euro. Le multe diventano invece più salate qualora non si arrivi a pagare i contributi alla colf: in questo caso l’ammenda è a tre zeri per migliaia di euro. Infine, il caso peggiore è quello di venire scoperti con una colf extracomunitaria che non ha il permesso di soggiorno o lo ha scaduto: l’ammenda infatti arriva a 5000 euro con la reclusione per la persona indagata di aver preso come lavoratore o lavoratrice la suddetta persona. In Italia non sono poche le persone che si avvalgono di queste figure pagandole a nero, evitando quindi comunicazioni o versamento di contributi, in modo da pagare meno tasse anche se la persona in questione, soprattutto se straniera, chiede di essere regolarizzata per avere un paracadute di salvataggio.

La Regione Toscana, per evitare l’emergere del nero, ha dato vita a un progetto con un numero verde in modo da facilitare le famiglie alla ricerca di una colf, con un contributo iniziale di 300 euro per i primi dieci giorni di prova. L’evasione del nero rappresenta quindi una possibilità sia per i datori di lavoro che per i dipendenti di non incorrere nelle maglie della giustizia italiana, che il più delle volte però non suscita timore. Per tale motivo il lavoro nero è molto alto nel nostro Paese.

Immagine esemplificativa che riguarda l'articolo  Calcolo della tredicesima per la badante: ecco alcuni spunti interessanti

Entro tale mese al lavoratore domestico spetta infatti una mensilità aggiuntiva che scaturisce dalla retribuzione totale, incluso eventuale vitto e alloggio. Se l'assunzione è avvenuta nel corso dell'anno e non all'inizio dello stesso, in questo caso bisogna tenere conto anche di questo come quando il lavoratore chiede periodi di aspettativa non pagata.

Colf, come funzione l’orario di lavoro e altre notizie 

Abbiamo parlato di tredicesima e di come regolarizzare questa professione così utile. Vediamo ora, come funziona l’orario di lavoro di una badante e altre informazioni utili. Questa figura può lavorare a tempo pieno, con un orario di lavoro che comprenda un massimo di 54 ore settimanali. Entrando nel dettaglio, una badante può lavorare al massimo dieci ore al giorno purché non siano consecutive, prevedendo anche due ore di pausa e 11 ore di stop dal lavoro, in modo consecutivo, ogni giorno. Il lavoro settimanale va diluito su cinque giorni e mezzo, prevedendo anche mezza giornata libera a settimana e una giornata intera di riposo che di solito coincide con la domenica.

La notte viene normalmente considerata non lavorativa, a eccezione di un contratto in cui la presenza o l’assistenza notturna sia esplicitata e preveda anche un salario più elevato. Per quanto riguarda lo stipendio, una domestica senza esperienza, ovvero di categoria A, avrà un salario mensile minimo pari a 624 euro. Per le badanti invece, con gli orari minimi che abbiamo detto sopra, la paga mensile è di 851,80 euro. Al salario va comunque aggiunta sia l’indennità di vitto e alloggio sia gli eventuali scatti di anzianità ogni due anni. Per quanto riguarda i contributi da pagare all’INPS per la badante, questi ultimi si versano da parte della famiglia ogni tre mesi direttamente all’Istituto di previdenza, in genere entro il 10 del mese dopo la scadenza trimestrale. Inoltre, ai collaboratori domestici spettano anche le ferie, che ammontano a 26 giorni per ogni anno lavorativo e andranno accordate direttamente con il proprio datore di lavoro. In genere le ferie vengono prese da badanti e collaboratori domestici durante l’estate. Infine, parliamo anche della malattia, che come per ogni altra categoria lavorativa, viene ovviamente riconosciuta anche alle badanti e alle collaboratrici domestici di tutte le tipologie. Si tratta di un diritto universalmente riconosciuto, che consente al dipendente di assentarsi senza nessun pericolo di perdere il proprio posto di lavoro. Naturalmente, i dettagli e i meccanismi specifici dipendono dalla tipologia di contratto e anche dall’anzianità di servizio. In linea generale, una badante ha diritto a circa 10 giorni di malattia, presentando il necessario certificato medico al proprio datore di lavoro, conservando naturalmente il posto, anche con una anzianità di servizio di appena sei mesi. Invece, spettano al massimo 180 giorni di malattia – sempre con il certificato medico - per chi presta servizio da già due anni. La malattia prevede ovviamente l’erogazione del normale stipendio, che viene ridotto a metà per i primi tre giorni di assenza e del 100% per i giorni successivi.

Come si conteggia questa mensilità extra?

Il calcolo della tredicesima per le badanti si effettua in base al tipo di paga effettuata. Se questa è settimanale sarà necessario effettuare una moltiplicazione tra l'ammontare dell'ultima retribuzione e le cinquantadue settimane che costituiscono l'anno. Il valore che viene fuori andrà poi diviso per i dodici mesi dell'anno.

La tredicesima per le badanti di natura mensile corrisponde alla mensilità intera percepita, con aggiunta del vitto e dell'alloggio sia se emesso attraverso indennità assicurativa che se effettuato fornendo l'abitazione o la camera.

Se si effettuano delle retribuzioni giornaliere il calcolo della busta paga è differente. Serve dunque in primis calcolare quanto si percepisce in una settimana effettuando la moltiplicazione tra il numero di ore di lavoro e l'ammontare della paga a ore. Solo dopo andrà effettuato il calcolo previsto anche per la retribuzione settimanale.

Nel calcolo della tredicesima per le badanti non vanno ascritti i casi di malattia, infortuni, maternità, mentre si devono inserire: il periodo di prova, il congedo matrimoniale, l'eventuale preavviso. Nel caso in cui il lavoratore domestico non abbia lavorato tutto l'intero anno solare, ma sia entrato dopo l'inizio dell'anno, non è prevista la mensilità totale.

In questo caso risulterà inferiore e andrà calcolata in base ai mesi effettivi di lavoro. Nei casi di numeri decimali superiori o inferiori a quindici giorni, essi si considerano, per agevolare il calcolo della tredicesima badanti stessi, come mese totale.

Il calcolo di questa mensilità extra infatti deve partire dai mesi lavorati dalla colf rispetto all’intero anno solare: visto che questa misura è obbligatoria per tutti i datori di lavoro, qualora la colf sia stata assunta durante l’anno, verrà corrisposta a lei una somma ridotta in base ai mesi lavorati effettivamente. In questo conteggio, come appena detto, le frazioni di mese sono calcolati per intero qualora si raggiungano almeno i quindici giorni lavorativi. In caso contrario, non viene conteggiato questa mensilità per la tredicesima. Infine, su questa mensilità non devono essere calcolati i contributi Inps.

Perché regolarizzare questa posizione lavorativa?

Regolarizzare la colf diventa un atto non solo morale per quanto riguarda il fisco ma anche necessario per evitare le sanzioni che colpiscono il datore di lavoro qualora venisse scoperto di far lavorare questa persona in nero. Sono previste solo delle multe nei casi in cui non venga dichiarata la comunicazione dell’assunzione della colf (la somma da pagare è minimo 200 euro, massimo 500 euro). Ben diversa la situazione qualora si venga scoperti di non versare i necessari contributi: qui la multa arriva anche a migliaia di euro con il caso limite dell’assunzione della colf di origine extracomunitaria non in possesso di regolare permesso di soggiorno o con lo stesso non aggiornato o scaduto prima del termine della verifica. In questa circostanza, il reato viene punito con la reclusione e una sanzione pecuniaria di 5000 euro. Per evitare il lavoro nero, è notizia recente del numero verde installato dalla Regione Toscana in tre province per favorire il progetto che punta a creare una sinergia con le famiglie nella ricerca di colf qualificate e preparate. A riguardo, la Regione ha stanziato inizialmente 300 euro a famiglia per i primi giorni di prova; se l’iniziativa dovesse riscuotere successo, allora si estenderà a tutte le province toscane.

Bisogna aggiungere che nell’epoca attuale questa posizione non è più occupata soltanto da persone extracomunitarie o comunque straniere perché la disoccupazione crescente in Italia ha creato enormi buchi nei posti di lavoro per cui non è più una novità trovare italiani svolgere questa mansione che fino a pochi anni fa era appannaggio esclusivo degli stranieri. Ciò viene spiegato con la mancanza di lavoro che costringe i nostri connazionali a cercare occupazione in questo settore per non restare inoccupati. La richiesta maggiore di colf arriva nel periodo estivo perché molti anziani rimangono soli per le vacanze per cui i parenti cercano personale da affiancargli per qualsiasi necessità.

Opportunità nel Nord Italia

Le regioni confinanti con gli altri Stati Europei hanno spesso una richiesta sostenuta di badanti dall'estero, in particolare il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia ospitano molte persona provenienti dall'Europa dell'Est che cercano come prima forma di integrazione di lavorare come badanti. È importante che siano informate del fatto che possono usufruire dei servizi della Borsa lavoro di Bolzano, per esempio, per trovare i contatti ed essere integrati correttamente nel mondo del lavoro.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.

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