L’iscrizione è obbligatoria sia per chi lavora individualmente che per chi fa l’agente di commercio in modo societario. Il primo obbligo che comporta l’iscrizione è ovviamente il pagamento dei propri contributi tramite il versamento delle imposte. Tradotto in parole povere, questo significa che gli agenti di commercio e i rappresentanti avranno l'opportunità, in modo sistematico e programmato, effettuare il pagamento dei propri contributi, tramite il versamento delle imposte, sia all’Enasarco, in quanto propria cassa di previdenza sociale, che all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Quindi, una contribuzione maggiore rispetto a chi, pur professionista, è tenuto alla sola iscrizione all’INPS, e nello specifico alla gestione separata dell’ente. Una situazione differente, tuttavia, anche da altre categorie professionali, come ad esempio i giornalisti, che sono tenuti invece alla sola iscrizione all’INPGI, come proprio ente di previdenza sociale. Questa cifra viene emerge da un calcolo basato sullo stipendio o compenso in busta paga o mensilità, alle entrate delle provvigioni, eventuali tredicesima e quattordicesima e a tutte le somme corrisposte. L’Enasarco serve, fondamentalmente, a erogare la pensione di vecchiaia e la rendita contributiva. La prima è piuttosto nota e popolare e consiste sempre in una prestazione che va a integrare quella erogata dall’INPS.
Come accade per tutte le categorie professionali, anche per chi ricopre l'impiego di agente di commercio e i rappresentanti, la pensione di vecchiaia scatta nel momento in cui si raggiunge una certa anzianità di contributi basati sulle entrate lavorative, che deve essere di almeno 20 anni di contributi, 65 anni di età per l’uomo e 62 per la donna. Inoltre, per tutti i professionisti iscritti all’ente dopo il 1° gennaio 2012, dopo il compimento dei 65 anni e a partire dal 2020, si aggiunge anche una rendita reversibile che emerge tramite un calcolo con il sistema contributivo delle imposte con una riduzione del 2% per ogni anno che manca al compimento della quota 90, necessaria per andare in pensione. Infine, la cosiddetta rendita contributiva consiste in una prestazione istituita recentemente che consente anche agli agenti di commercio che non hanno ancora 20 anni di contribuzione di poter avere una prestazione che vada direttamente a carico del fondo.
In quanto lavoratore autonomo, l’agente di commercio non riceve uno stipendio o compenso in busta paga quindi una mensilità fisso e viene sostanzialmente retribuito a parcella/onorario o con provvigioni, ha quindi l'opportunità di contare su delle entrate variabili basate sulla produttività. L’agente promuove gli affari per conto di un’azienda presso la quale presta il proprio impiego pertanto concorda una retribuzione con il datore di lavoro al momento della stipula del contratto di intermediazione, frutto di un calcolo che include anche il fatturato della ditta stessa da rappresentare. L'agente di commercio vista la tipologia di contratto a cui è legato non sempre riceve tredicesima o quattordicesima, ma grazie alle provvigioni può incrementare il suo portafoglio personale
Il Governo Monti ha presentato, dopo delle riunioni con partiti e associazioni sindacali, la sua riforma per il lavoro. Si prevedono modifiche per l’articolo 18, ammortizzatori sociali, contratti di lavoro e cassa integrazione.
Il calcolo pensione INPS si fa in base all'anzianità contributiva e all'età pensionabile dal lavoratore maturata al 31 dicembre 1995. I criteri per determinare la pensione INPS può essere: contributivo, retributivo o misto. Alla base di questi tre sistemi di calcolo vi è il numero di anni di contributi versati fino al 1995 e cioè più o meno di 18 anni o alcuna anzianità contributiva.
In questa pagina cerchiamo di rispondere ad un nostro lettore che ci chiede delucidazioni sui Straordinari non pagati.
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L'Assistente sociale lavora sulle situazioni di disagio e di emarginazione di singole persone, di nuclei familiari e di particolari categorie.
Si denomina Tesi o report, il dattiloscritto finale che va solitamente redatto alla fine di un master universitario. Il lavoro di una tesi richiede molto tempo, pazienza e ricerca accurata delle fonti.
Soprattutto nell’ambito dei colloqui di lavoro, capita di dover fornire una serie di dati personali legati, spesso e volentieri, alla nostra esperienza professionale e ai titoli di studio da noi conseguiti.