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La tendenza al lavoro autonomo è in crescita e tra le professioni più avviate ci sono le attività commerciali, in genere, e gli esercizi di ristorazione in particolare: ristoranti, bar, street food, pasticcerie, tea-room, forni e catering e tutto quanto riguardi gli aspetti della ristorazione creativa o industriale.

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I giovani, affascinati dai miti cinematografici o dai piaceri dell’alcool fine a se stesso, sono sempre più orientati all’apertura di bar o, in assenza di fondi, informarsi su come diventare barman per avvicinarsi al colorato mondo dei drink, dei cocktail, degli after dinner, tra shaker, mixer e bottiglie da roteare acrobaticamente. E allora vediamo come diventare un barman di professione e quali sono gli step da superare e se esistono corsi di formazione adatti.

Intraprendere la professione di barman richiede impegno, tenacia, creatività e molto studio. L’acquisizione delle giuste competenze non garantisce l’inizio brillante dell’attività, soprattutto se si aspira a diventare barman acrobatico o, addirittura, ambire alla gestione di un bar. La gavetta - spesso lunga - è il vero “banco” di prova, perché serve pratica e anche tempo per sperimentare. Durante la gavetta è indispensabile aggiornarsi sulle nuove tendenze. Il lavoro di barman, infine, richiede anche il “fisico” per via degli orari e dei ritmi serrati e di molte ore da trascorrere in piedi.

Per diventare barman di professione è importante capire soprattutto le motivazioni che spingono ad intraprendere una professione faticosa e poco remunerativa soprattutto agli esordi. La prima ragione deve risiedere nella passione, un’autentica cultura delle bevande e delle miscele, del gusto e dei sapori, della ricerca continua della qualità dei prodotti utilizzati. La creatività è sia una dote che una spinta per diventare bravi professionisti, ma il “talento” deve essere coltivato frequentando corsi di specializzazione. Al termine di un percorso di formazione si può ambire ad una carriera da bar tender e barman accreditato con guadagni molto interessanti (anche 400 € a serata, nel caso di barman freelance).

Un’abilità che non deve mancare al barman è il “palato”, la capacità di mixare sapori, sperimentare, innovare ed esplorare nuovi gusti. Ma l’innovazione richiede la conoscenza delle basi e l’abilità di riprodurre cocktail internazionali famosi per poterli modificare o personalizzare, offrendo quel tocco distintivo che rende unici e riconoscibili, proprio come i disc jockey, i musicisti o qualsiasi altro lavoro artistico. Il bartending è, a modo suo, un’arte e si può imparare.

Quali sono i corsi per diventare un barman

come diventare barmban

Diventare barman professionista richiede, oltre alla passione e alla creatività, di avere alle spalle una solida formazione e requisiti specifici:

  • Diploma di scuola alberghiera come “operatore di sala-bar”;
  • Esame di idoneità per l’attività di somministrazione di alimenti e bevande;
  • Corso di specializzazione accreditato e riconosciuto.

In Italia, i corsi di formazione che rilasciano attestati accreditati sono diversi, i più importanti sono i seguenti:

  • Aibes;
  • Planet One;
  • Flair Academy Milano;
  • Drink Factory Bologna;
  • Flair Bartender’s School;
  • Fipe;
  • Mixology Academy;

I corsi di specializzazione possono essere frequentati anche senza aver conseguito il diploma alberghiero. Attraverso i corsi, è possibile entrare in contatto con i professionisti del settore e apprendere le tecniche e i segreti del mestiere. Quando si frequenta un corso per diventare barman, è possibile scegliere dei percorsi ulteriori di specializzazione o “materie” di studio:

  • Preparazione di cocktail classici;
  • Preparazione di cocktail molecolari;
  • Bar tending acrobatico;
  • Mixologia;
  • Bar chef;
  • Flair bar tender.

Scegliere dove lavorare e in che stagione

Dopo aver conseguito tutti gli attestati necessari e avere le “carte” in regola per poter affrontare la professione, occorre fare le prime scelte come per esempio decidere di lavorare presso una struttura in pianta stabile oppure solo durante determinate stagioni (alta stagione invernale o estiva).

Una volta scelto dove lavorare e quando, occorre ampliare le conoscenze e creare una rete di relazioni che significa conoscere i locali della concorrenza, osservare i clienti, dialogare con loro per conoscere i gusti, conoscere altri barman, possibilmente già con qualche anno di esperienza, per carpire altri trucchi del mestiere, mantenere i contatti con le persone conosciute durante i corsi. Un lavoratore alle prime armi deve saper assorbire quante più informazioni possibili sul mestiere. Allo stesso tempo, un barman di esperienza non deve smettere di aggiornarsi e apprendere nuove tecniche e nuovi mix, nonché nuovi strumenti e oggetti per esercitare la professione.

La voglia di osare non è sinonimo di vanità nel caso del barman, perché se si desidera ampliare le opportunità di lavoro occorre farsi conoscere e notare – senza per questo diventare famoso. In un mercato competitivo, distinguersi fa la differenza attraverso la creatività, la sperimentazione e qualche acrobazia. Un punto di forza del bravo barman è l’essere riconoscibile, ma allo stesso tempo deve seguire le tendenze per saperle adattare al proprio stile: per esempio, l’uso dello zenzero nei cocktail è una moda che ha conquistato il mondo e che necessitava di essere “cavalcata” per non perdere i clienti che lo richiedono.

Un professionista non rinuncia mai alla qualità dei prodotti, la scelta dei liquori e la sapienza della miscelazione. La qualità e la professionalità fanno bene alla reputazione del barman, ma anche e soprattutto ai clienti che sanno riconoscere e apprezzare entrambe e la fiducia è la prima moneta con cui i clienti ripagano i sacrifici di un buon barman costruendo le basi della sua futura carriera e magari del successo.

Quali sono gli sbocchi professionali per un barman

La professione del barman è molto richiesta sia in inverno che in estate, soprattutto se qualificato. L’aspetto che maggiormente conta per posizionarsi in questo settore lavorativo è, tuttavia, l’esperienza, per cui un neodiplomato presso un’accademia dovrà affrontare un periodo di gavetta durante il quale dovrà saper mettere a frutto tutte le qualità e le competenze, nonché il palato e l’originalità negli abbinamenti.

Le possibilità di lavoro si moltiplicano se si è disposti a continuare a “studiare” o anche viaggiare e allontanarsi dalla propria città. Le possibilità maggiori si trovano nel settore della ricezione turistica.

I grandi alberghi e le grandi strutture ricettive dove è previsto il lavoro del barman sono i primi approdi. Spesso negli alberghi, al barman è chiesto anche il lavoro di caffetteria n base agli orari e ai turni fissati. Quindi oltre alla conoscenza della preparazione di drink – da quelli più comuni ai drink internazionali e alle specialità – occorre essere abili nella caffetteria e nel “latte art” (la capacità di effettuare disegni sulla schiuma del cappuccino). Se la collocazione negli alberghi è solo per l’apertura del bar di sera, la formazione principale richiesta è la creazione dei cocktail più noti, quelli più richiesti, di tendenza o se è prevista una “specialità” dell’albergo.

Altro grande sbocco professionale è lavorare come barman sulle navi di crociera e anche in questo caso può essere richiesta una preparazione a 360°.

Un’altra opportunità è offerta dai club, le discoteche e locali alla moda dove si richiede il barman “acrobatico” o freestyle che già negli anni ’80 del secolo scorso spopolava. È sempre molto attraente presentare un servizio cocktail rapido, spettacolare che allo stesso tempo offra un risultato eseguito con cura, perizia, sicurezza. Esistono degli appositi corsi per flair bartender dove si insegnano le tecniche acrobatiche per realizzare cocktail unitamente a esibizioni spettacolari.

Le opportunità di lavoro per barman sono sia di carattere “stagionale”, che a tempo indeterminato a seconda della situazione lavorativa e del contesto. Le occasioni maggiori si individuano nelle località turistiche, balneari e nelle grandi città modaiole, sia in Italia che all’estero. Per chi desidera avviare la propria carriera all’estero, conviene puntare sulle località dove il turismo è “perenne”, quindi nei paesi tropicali e fasce limitrofe. La conoscenza della lingua inglese è un prerequisito fondamentale, oltre alle qualifiche e ai diplomi.

FAQ

Cosa serve per diventare barman?

Per diventare barman si può frequentare un istituto professionale alberghiero con indirizzo “Servizi in sala e vendita”. Dopo aver conseguito il diploma si può proseguire con una specializzazione in flair bartending o mixology.

Quanto guadagna un barman?

11,28 € l’ora pari a circa 22.000 e annui. Gli “entry level” percepiscono stipendi da 19.000 € l’anno (lordi), mentre i barman esperti guadagnano fino a 27 mila € l’anno.

Qual è la differenza tra barman e bartender?

Il barman è il professionista che prepara e serve i cocktail e le bevande alcoliche e analcoliche. Il barman è anche chiamato “mixologist” perché è in grado di miscelare le bevande in modo sapiente ed equilibrato. Il bartender è generalmente il gestore o il proprietario del bar o del locale dove lavora il barman.

Dove può lavorare un barman?

I luoghi di lavoro dove un barman è richiesto sono, bar, pub, discoteche e locali di ristorazione e intrattenimento, ma anche villaggi vacanze, residence, strutture alberghiere, navi da crociera.

Come si chiama il barman donna?

Per le barman al femminile si può utilizzare indipendentemente dal sesso lo stesso termine di “barnman”, ma si tende a usare termini come barwoman – barlady – barmaid.

Nel caso in cui tu stia considerando di lavorare fuori dall'Italia, ti invitiamo a leggere il nostro articolo su come trovare lavoro all'estero.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.

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