Vediamo la situazione Italiana rispetto a quella dei principali paesi europei: licenziare un dipendente nei paesi nord europei è molto difficile, si parla di un indice di flessibilità pari a 3.0 nella sola Germania. Stando a questi dati, riformare l'articolo 18 non è così necessario come richiesto dalle imprese. Il discorso è diverso per quanto riguarda i licenziamenti collettivi: in Italia infatti c'è un indice molto alto, pari al 4,88.
In Francia, se si riscontrano casi di licenziamento con contratto a tempo indeterminato senza giusta causa, i risarcimenti possono variare di entità, in base a quanto riportato dalla legislazione in materia. La possibilità di licenziare un dipendente senza pensare alle conseguenze per la vita dell'azienda è stata messa a freno da importanti sentenze dello scorso autunno, che hanno stabilito l'illegittimità del licenziamento con contratto a tempo indeterminato effettuato per delocalizzare aziende fuori dal territorio.
In seguito a questa sentenza, le imprese francesi coinvolte sono state costrette a riassumere tutti i dipendenti coinvolti nel licenziamento con contratto a tempo indeterminato.
L’articolo 18 è stato già depotenziato con il Governo Monti, visto che non era più previsto per i licenziamento con contratto a tempo indeterminato economico mentre per quelli disciplinari era stata data un’ampia discrezionalità al giudice. Così come con l’attuale riforma che vuole il Governo Renzi, non subiranno modifiche il licenziamento con contratto a tempo indterminato discriminatorio, ossia quelli fatti in base al sesso, religione, orientamento. In tutti questi casi varrà la misura del reintegro.
Il famoso Jobs Act invece inciderà enormemente sull’articolo 18: Renzi infatti vuole impiantare la sua filosofia sul contratto a tutele crescenti, che quindi per i primi anni non tenga conto delle protezioni date da questo articolo presente nello Statuto dei Lavoratori. Ricordiamo che ad oggi l’articolo 18 vale solo per aziende sopra i 15 dipendenti mentre sotto questa soglia non ci sono tutele. Il progetto dell’esecutivo è quello di uniformare le due categorie con regole che valgano per tutti. Sul licenziamento con contratto a tempo determinato disciplinare, il Governo vuole ridurre le casistiche attraverso una fitta serie di paletti mentre per quelli economici ci sarà solo l’indennizzo.
Su quest’ultimo punto, l’indennizzo sarà calcolato in base all’anzianità di servizio presso l’azienda. Nel Jobs Act, insieme alla riformulazione dell’Articolo 18, ci sarà una semplificazione delle forme contrattuali, che saranno ridotte dalle attuali quaranta a quattro-cinque. Il contratto a tutele crescenti che sostituirà quello a tempo indeterminato dovrà essere la forma preferita per assumere e grazie alla quale il Governo concederà dei benefici fiscali per far diminuire la disoccupazione in Italia che ha raggiunto quasi il 13%, una percentuale clamorosa.
Ma questo progetto di riforma sta incontrando diverse critiche e resistenze, sia da parte dell’opposizione che da parte dei sindacati. Quest’ultimi hanno fortemente criticato l’impianto del Jobs Act e sostengono con tutte le forza l’articolo 18 che secondo il loro punto di vista è un caposaldo dello Statuto dei Lavoratori e non può essere modificato.
All’interno del decreto-legge emanato, lo scorso agosto dal governo, ci sono state numerose novità per quanto riguarda il mondo del lavoro, in particolar modo il licenziamento con contratto a tempo indeterminato. Ci sono state numerose novità a riguardo, come, ad esempio, la proroga degli ammortizzatori sociali previsti per il Covid-19, varie agevolazioni per tutti i datori di lavoro che non hanno richiesto degli interventi integrativi, sono stati, inoltre erogati numerosi incentivi per chiunque abbia deciso di assumere dipendenti a tempo indeterminato. Infine, ma non per importanza, sono stati sospesi tutti i licenziamenti riguardanti i contratti a tempo indeterminato e determinato.
Proprio quest’ultimo punto merita un dovuto approfondimento che troverete tra le prossime righe: Il governo infatti ha congelato la possibilità, per i proprietari di impresa, di licenziare i propri dipendenti fino al 31 dicembre 2020, con possibile proroga nei prossimi decreti. Vediamo nel dettaglio quali sono gli accorgimenti presi dal governo:
Queste sono le novità del 2020 per quanto riguarda i licenziamenti, si tratta ovviamente di provvedimenti provvisori elaborati appositamente per andare incontro alla situazione di emergenza che stiamo vivendo in questo momento.
Per tutti coloro che si trovano impegnati in un contenzioso di tipo tributario oppure fiscale con lo Stato, negli ultimi mesi si è prospettata la possibilità di chiuderlo in modo definitivo e senza grossi esborsi di natura economica.
In caso di parto prematuro, la legge 53/2000 stabilisce che l’astensione obbligatoria debba comunque essere di 5 mesi. Quindi se la lavoratrice- mamma non ha goduto del periodo pre-parto di 2 mesi, potrà aggiungere ai tre mesi post-parto i giorni non goduti prima del parto, nel limite massimo di cinque mesi. In caso di parto prematuro la lavoratrice dovrà presentare il certificato attestante la data del parto entro un mese dal lieto evento.
I corsi singoli sono un’opportunità messa a disposizione di chi, per motivi di aggiornamento culturale e professionale, intende seguire insegnamenti universitari, senza però iscriversi ad un corso di laurea.
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Per queste professionalità il percorso passa assolutamente attraverso corsi specifici, staccati dalle università, ma piuttosto nati da istituti e istituzioni diverse. Per citarne alcuni, il Polimoda di Firenze, l'Istituto Marangoni di Milano, l'Accademia Italiana di Arte, Moda e Design e, per finire, lo Ied. Molti dei corsi proposti offrono la possibilità di uno stage all'estero ma soprattutto conoscenze concrete e formative.
Ampliamo la nostra sezione dedicata alle offerte di lavoro sul territorio nazionale, regione per regione. In questa pagina suggeriamo alcuni dei link utili per chi è interessato alle offerte di lavoro in Basilicata.
Lo stipendio rappresenta dunque l'ammontare di denaro che deve essere pagata al lavoratore dal datore di lavoro per l'attività lavorativa svolta presso la propria struttura. Spetta di diritto al lavoratore; è infatti un dovere e un obbligo imprescindibile del datore di lavoro.
Continua il dibattito fra Governo e Parti Sociali in merito alle modifiche previste all'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Andiamo ad approfondire il tema legate a questo punto controverso.
L'Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps) italiano si occupa da tempo di tutte le dinamiche previdenziali, pensionistiche e assistenziale. L'Inps gestisce inoltre anche l'erogazione e l'emissione di tutte le tipologie di pensione comprese quelle legate ai superstiti, nonché indennizzi particolari.