Dopo avervi parlato della lettera di richiamo e di come funziona la pensione per i superstiti, oggi vi parliamo del contratto a intermittenza. Il contratto a intermittenza (detto anche “a chiamata” oppure “job on call”) è regolamentato dagli articoli 33-40 del decreto legislativo 276/03 modificato in parte dalla legge 92/2012. Il lavoratore si presta a offrire le proprie prestazioni per periodi specifici e stabiliti durante la settimana, il mese o l'anno, dedicandosi ad attività di natura saltuaria.
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- Ecco alcune caratteristiche principali del contratto a intermittenza
- Quanto può durare un contratto a intermittenza?
- Quali prestazioni è possibile svolgere in questo modo?
- Le ultime novità sul contratto a intermittenza
- Recap Video
- FAQ
Un rapporto di questo tipo può essere avviato da tutte le imprese, escluse quelle che non sono in possesso del calcolo dei rischi disciplinato dalla legge sulla sicurezza nei posti di lavoro (Dlgs 626/1994); va stilato in forma scritta e può essere a tempo indeterminato o determinato.
Il contratto intermittente non è concesso per sostituire lavoratori che hanno scioperato e per implementare la forza lavoro dopo licenziamenti collettivi; non prevede inoltre le stesse caratteristiche del part-time. La legge del 2013 ha inoltre stabilito un limite massimo che non ecceda le 400 giornate nell’arco temporale di tre anni. Da questo limite sono esentati tuttavia alcuni settori commerciali, come quello del turismo, dello spettacolo e degli esercizi pubblici.
Ecco alcune caratteristiche principali del contratto a intermittenza
- Alternanza di Periodi: Come suggerisce il nome il lavoratore viene chiamato a lavorare solo quando c'è un effettivo bisogno.
- Comunicazione: Prima dell'inizio di ogni periodo di attività, l'impresa deve comunicare al lavoratore la durata e l'orario di lavoro, con un preavviso che può variare a seconda delle normative nazionali.
- Retribuzione: La retribuzione viene calcolata in base alle ore effettivamente lavorate durante i periodi di attività.
- Protezione del Lavoratore: Anche se il contratto è flessibile, il lavoratore sotto contratto a intermittenza ha diritto alle stesse tutele e benefici di un lavoratore a tempo pieno o a tempo parziale, pro-rata per le ore lavorate.
- Utilizzo: Questo tipo di contratto è particolarmente utile in settori in cui ci sono fluttuazioni significative nel bisogno di manodopera, come il turismo, l'intrattenimento, o certi settori stagionali.
- Limitazioni: Alcuni paesi o settori potrebbero avere restrizioni sull'uso del contratto a intermittenza, come un numero massimo di giorni lavorativi all'anno o requisiti specifici per la comunicazione tra impresa e lavoratore.
È fondamentale notare che le specifiche del contratto a intermittenza possono variare a seconda della normativa lavoristica del paese in cui viene utilizzato. In Italia, per esempio, il contratto di lavoro intermittente è regolamentato dal D.Lgs. n. 81/2015 e prevede specifiche condizioni e limiti per la sua attivazione. Se stai considerando di avvalerti di questa modalità contrattuale o di accettare un'offerta di lavoro basata su di essa, è importante informarsi sulle norme e regolamentazioni locali.
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Chi può essere assunto con questo contratto?
La nuova legge modifica il target di questo contratto. Possono firmarlo soggetti con più di 65 anni di età e con meno di 24 anni. In quest'ultimo caso, la prestazione lavorativa può avvenire sino e non oltre il compimento del 25° anno.
Se l'azienda continuerà a chiamare il soggetto anche dopo tale traguardo, il contratto a intermittenza si trasformerà in lavoro subordinato, full time, a tempo indeterminato. Con questa postilla si era voluto dare più peso alla fasce deboli, ossia i giovani che hanno sempre più difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, e gli anziani che magari vogliono associare alla loro pensione esigua un’aggiunta di salario.
Quanto può durare un contratto a intermittenza?
La durata massima di un contratto a intermittenza è di 400 giornate di effettivo lavoro nell'arco di 3 anni solari.
Il contratto a intermittenza è un contratto di lavoro subordinato che prevede che il lavoratore presti la propria attività in modalità discontinua, ad esempio per periodi predeterminati, oppure per esigenze di carattere stagionale o temporaneo.
La durata di ogni singola prestazione lavorativa deve essere concordata tra datore di lavoro e lavoratore e non può essere inferiore a 4 ore e superiore a 24 ore.
Il lavoratore a intermittenza ha gli stessi diritti e doveri dei lavoratori a tempo pieno, ad eccezione del diritto alla retribuzione di malattia e infortunio, che è proporzionato alla durata della prestazione lavorativa.
Può essere stipulato in tutti i settori di attività, ad eccezione di quelli del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo.
Se vuoi approfondire l'argomento dei contratti di lavoro, troverai informazioni dettagliate sul contratto per cooperative sociali.
Quali prestazioni è possibile svolgere in questo modo?
Prestazioni di carattere discontinuo o intermittente secondo quanto stabilito dai contratti collettivi nazionali. Molto è infatti lasciato alla contrattazione collettiva che, in più di un'occasione, ha dimostrato di non apprezzate tale forma. C'è quindi il rischio che vi sia una mancanza legislativa e quindi una forte diminuzione d'uso di questo rapporto.
Attività elencate nella tabella di cui al Regio Decreto 2657 del 1923 e successivo Decreto Ministeriale del 23 Ottobre 2004, ovvero: barbieri, camerieri, custodi, portieri e poche altre figure.
Non è più possibile utilizzare questa forma per i lavoro nei periodi relativi al week end, vacanze natalizie e pasquali o ferie estive. Questo per evitare l'abuso di questa forma contrattuale che ha caratterizzato gli anni precedenti.
Si parla infatti in questi casi di lavoro stagionale, come può esserlo quello nel periodo estivo, dove sono molti ricercati bagnini e animatori turistici. La particolarità è che entrambi i contratti fanno riferimento nella maggior parte dei casi all’universo giovanile, il vero problema della società attuale.
La disoccupazione generale in Italia ha raggiunto il 12% ma quella giovanile sta sforando cifre spaventose, che arrivano anche a punte del 40%. Una vera e propria piaga sociale che queste forme di contratto possono solo attutire perchè non permettono comunque al giovane di costruirsi un futuro. Rappresentano altresì la possibilità per questi ragazzi, attraverso lavori stagionali o saltuari, di avere una piccola forma di indipendenza e di iniziare a guadagnare qualche soldo per togliersi particolari sfizi, come per esempio weekend fuori, cene o regali.
A questo proposito, quindi a tutela dei lavoratori, è stato introdotto l'obbligo di comunicazione preventiva alla Direzione Provinciale del Lavoro della richiesta di prestazione. In sostanza, tramite sms (339 99 42 256) o fax (848 800 131) il datore deve riferire all'ente per quali giorni – nel mese successivo – richiederà l'intervento del lavoratore a chiamata, pena una multa di importo variabile da 400€ a 2400€.
I contratti a chiamata ora in corso che non soddisfano i nuovi requisiti (ad esempio quelli stipulati con soggetti di età inferiore ai 65 anni) cesseranno ex lege il 18 luglio 2013.
Potenzia la tua conoscenza sulle diverse modalità contrattuali e focalizzati su questi due argomenti:
- Contratti per studi professionali;
- Quando il doppio lavoro è lecito.
Le ultime novità sul contratto a intermittenza
Le ultime novità in Italia per il contratto a intermittenza sono state introdotte dal decreto legge 31 agosto 2020, n. 104, convertito con modificazioni dalla legge 24 dicembre 2020, n. 176. Il decreto ha introdotto una serie di misure volte a incentivare l'utilizzo del contratto a intermittenza, tra cui:
- l'estensione del limite temporale di durata del contratto a intermittenza da 12 a 24 mesi;
- la possibilità di stipulare contratti a intermittenza con lavoratori di qualsiasi età, a prescindere dal loro stato di disoccupazione;
- la possibilità di stipulare contratti a intermittenza per attività stagionali o saltuarie, anche se non riconducibili ai settori del turismo, del commercio e della ristorazione.
Le novità introdotte dal decreto 104/2020 hanno reso il contratto a intermittenza uno strumento più flessibile e versatile, che può essere utilizzato per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione.
Recap Video
FAQ
Che cos'è un contratto di lavoro intermittente?
Risposta: Il contratto di lavoro intermittente è un tipo di contratto flessibile introdotto in molti ordinamenti giuridici, compreso quello italiano, per rispondere alle esigenze di lavoratori e datori di lavoro in specifici settori o situazioni. Il contratto consente al datore di lavoro di richiamare il lavoratore solo quando c'è un bisogno effettivo, offrendo così una risposta a bisogni di lavoro discontinui o variabili nel tempo. Il lavoratore, nel frattempo, riceve una retribuzione proporzionata alle ore effettivamente lavorate.
Quando può essere utilizzato?
Il contratto di lavoro intermittente può essere utilizzato in una serie di situazioni. Ad esempio, può essere particolarmente utile in settori in cui il volume di lavoro può variare significativamente, come l'ospitalità o il retail. Può essere utilizzato anche per coprire periodi di assenza di altri lavoratori o per gestire periodi di picco di lavoro.
Quali sono i diritti e i doveri del lavoratore?
Anche se un contratto di lavoro intermittente è flessibile, i lavoratori hanno comunque una serie di diritti. Ad esempio, devono ricevere una retribuzione adeguata per le ore lavorate e hanno diritto a periodi di riposo. Inoltre, non possono essere trattati in modo meno favorevole rispetto ai colleghi con contratti di lavoro tradizionali per quanto riguarda le condizioni di lavoro. D'altra parte, i lavoratori hanno anche l'obbligo di essere disponibili per lavorare quando vengono richiamati dal datore di lavoro, entro i limiti stabiliti dal contratto.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del contratto di lavoro intermittente per i lavoratori e i datori di lavoro?
Per i datori di lavoro, i vantaggi del contratto di lavoro intermittente includono una maggiore flessibilità nel gestire le esigenze di lavoro e potenzialmente una maggiore efficienza dei costi. Tuttavia, ci può essere anche il rischio di un maggiore turnover del personale e di possibili difficoltà nel garantire che i lavoratori siano disponibili quando necessario. Per i lavoratori, i vantaggi possono includere una maggiore flessibilità e la possibilità di combinare il lavoro con altri impegni. Tuttavia, la natura discontinua del lavoro può creare incertezza e potenziali difficoltà finanziarie.
Come si stipula un contratto di lavoro intermittente?
Risposta: La stipulazione di un contratto di lavoro intermittente deve avvenire per iscritto. Il contratto deve includere una serie di informazioni, tra cui la descrizione del lavoro da svolgere, la retribuzione e le condizioni di richiamo del lavoratore. Il contratto deve essere inviato all'ufficio del lavoro competente e al lavoratore prima dell'inizio del rapporto di lavoro. Inoltre, ogni volta che il lavoratore viene richiamato, il datore di lavoro deve comunicarlo per iscritto al lavoratore.