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Il suo compito è quello di giudicare e regolamentare le controversie in ambito lavorativo, per lavorare in questo ambito è necessario aprire la partita iva.

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Le competenze per lavorare come giudice del lavoro

  • controversie relative ai rapporti di lavoro subordinato privato,
  • controversie relative ai rapporti del personale derivanti da contratti agrari,
  • controversie relative ai rapporti di collaborazione continuativa e coordinata, prevalentemente personale, anche se non di carattere subordinato (es. di agenzia, rappresentanza commerciale, co.co.pro ecc...)
  • rapporti dei dipendenti della P.A. o e personale di enti pubblici economici.

Controversie in materia di previdenza e di assistenza obbligatorie. Il giudice del lavoro ha competenza anche nelle controversie legate alle prestazioni previdenziali in azienda (pensioni di lavoratori privati, indennità di mobilità, indennità di disoccupazione ecc.) o assistenziali (assegni di invalidità, rimborsi sanitari ecc.).

Chiarimenti utili in materia di lavoro e impiego in questo settore

Com’è stato già detto in precedenza tra il dipendente e il datore di lavoro possono nascere delle controversie, che in alcuni casi per essere risolte richiedono l’intervento di un giudice del lavoro, il quale condurrà un vero e proprio processo, valuterà le prove portate in aula dalla parti e infine emetterà una sentenza. Si tratta di una causa civile, che ha diversi gradi di giudizio, nella quale la parti sono rappresentate da avvocati del lavoro, che presentano prove in aula, effettuano interrogatori ecc. Le parti coinvolte prima dell’inizio del giudizio sono tenute ad effettuare un tentativo di conciliazione entro sessanta giorni. Nel caso in cui la conciliazione tra dipendente e datore di lavoro effettuata dall'ufficiale giudicante ha un esito positivo, viene messa a verbale ed ha valenza di titolo esecutivo. Nel caso invece in cui la conciliazione ha esito negativo, si possono verificare situazioni diverse, che sono riportate nell’elenco che segue.

  • La causa è matura per la decisione;
  • sorgono problemi di competenza, giurisdizione o altre questioni pregiudiziali la cui decisione può definire il giudizio; in quest'ultimo caso, il giudice del lavoro pronuncia sentenza anche non definitiva.
  • la causa non è matura e richiede una istruzione;

L'ufficiale giudicante ha numerosi poteri istruttori ed è autorizzato ad esempio a indicare irregolarità sanabili delle parti, alle quali assegna un periodo di tempo preciso entro il quale porvi rimedio, inserire l’ammissione di ogni nuova prova in qualsiasi momento, chiedere informazioni alle organizzazioni sindacali ecc. Il giudice del lavoro ha la facoltà inoltre di disporre istanza di parte per autorizzare la visita del luogo dell'impiego, nel caso in cui sia necessaria per accertare alcune informazioni e può richiedere la comparizione di eventuali testimoni utili per chiarire la situazione all'interno dell'attività. Inoltre ha la possibilità di poter richiedere la sostituzione della verbalizzazione del cancelliere con la registrazione su nastro delle testimonianze che ha egli stesso effettuato o che sono state presentate dalle parti. Al termine dell’istruzione di causa, il giudice del lavoro ha il compito di pronunciare la sentenza che riporta il suo giudizio.

Quanto guadagna un giudice del lavoro e qual è la sua pensione

legge 1

Abbiamo parlato delle competenze del giudice del lavoro e delle circostanze in cui possiamo rivolgerci a lui e in quale modo. Ma non siamo curiosi di sapere quanto si guadagna a lavorare come giudice, quale pensione ci spetta? Sicuramente sì. A volte si parla degli stipendi o mensilità calcolati in busta paga, compresi di tredicesima e quattordicesima dei giudici italiani rispetto ad altri Paesi del mondo.

Se sei curioso/a riguardo alla tredicesima, troverai tutte le informazioni nel nostro articolo dedicato alla tredicesima in maternità.

Molto dipende dalla tipologia di impiego e contratto, dall’anzianità di servizio, dalle indennità percepite e dal tipo di partita iva. Ad esempio, un tirocinante, prima di diventare magistrato, durante il suo periodo di stage, in tribunale, prende poco più di duemila euro al mese, non tenendo conto delle indennità Nel momento, invece, che diventa giudice il compenso sale a poco meno di tremila euro al mese. Dopo i primi tre anni di impego, il giudice del lavoro mediamente può prendere da contratto anche quattromila euro al mese, fino a un massimo di poco meno di settemila.

il  compenso medio, ad esempio, per lavorare come giudice della corte d’Appello appena entrato, quindi durante lo stage, prima di aprire la partita iva si aggira attorno ai seimila euro. Gli ermellini guadagnano dagli ottomila ai quindicimila euro al mese mano a mano che aumentano gli anni di anzianità. Un giudice amministrativo anziano può guadagnare intorno ai quindicimila euro mensili, nonostante rispetto a un magistrato ordinario debba in realtà occuparsi di meno cause e attività. Un giudice costituzionale guadagna ancora di più: parliamo mediamente di uno stipendio o mensilità in busta paga, compreso di tredicesima e quattordicesima, che oscilla tra i trentacinquemila e i 45mila euro al mese di stipendio o mensilità in busta paga, .compreso di tredicesima e quattordicesima. Una cifra davvero considerevole. Va peggio, invece, ai giudici che si occupano della materia tributaria e anche ai colleghi di pace. Un giudice tributarista, infatti, non arriva a mettersi in tasca seimila euro lordi, una miseria se confrontati con i compensi di qualche collega di altri settori. I giudici di pace se la passano leggermente meglio, ma non così tanto. In questo caso sono specialmente le indennità a pesare. Lo stesso discorso vale anche per i giudici del lavoro, una delle categorie forse più nuove di questo settore così vasto e complesso. Possiamo, quindi, parlare di una certa disparità di trattamento? Forse sì, vista la differenza così netta tra i giudici ordinari, per capirci quelli che lavorano nei normali tribunali, nelle corti di appello o in Cassazione, e i giudici onorari, ovvero coloro che si occupano di materie in altre sedi.

Quand'è che posso rivolgermi al Giudice del Lavoro?

Puoi rivolgerti al Giudice del Lavoro in diverse situazioni relative a controversie o problemi sul posto di lavoro. Ecco alcuni esempi comuni:

  1. Controversie Contrattuali: Se ritieni che il tuo datore di lavoro abbia violato i termini del tuo contratto di lavoro, come stipendio, ore di lavoro, o condizioni contrattuali.
  2. Licenziamenti: Se sei stato licenziato e credi che il licenziamento sia ingiusto o illegale. Questo include licenziamenti senza giusta causa, discriminazione o in violazione delle leggi locali sul lavoro.
  3. Molestie o Discriminazioni sul Lavoro: Se sei stato vittima di molestie o discriminazioni sul posto di lavoro a causa del tuo genere, età, razza, orientamento sessuale, religione o altre caratteristiche protette.
  4. Problemi di Sicurezza sul Lavoro: Se il tuo ambiente di lavoro non rispetta gli standard di sicurezza richiesti e questo ha causato danni o rischi per la tua salute.
  5. Controversie sui Benefici: In caso di controversie relative a benefici lavorativi come pensioni, assicurazioni, permessi, bonus o altri tipi di compensazione.
  6. Inadempimento dei Datori di Lavoro: Se il datore di lavoro non rispetta gli obblighi legali, come il pagamento di stipendi, contributi previdenziali, tasse o altre obbligazioni legali.
  7. Rappresentanza Sindacale: Per questioni legate alla rappresentanza sindacale o ai diritti dei lavoratori in ambito sindacale.
  8. Riclassificazione del Rapporto di Lavoro: Se ritieni che il tuo rapporto di lavoro sia stato classificato impropriamente, come nel caso di lavoratori dipendenti classificati come collaboratori/freelance.

Prima di rivolgerti al Giudice del Lavoro, è consigliabile cercare una soluzione attraverso la negoziazione o la mediazione. Se questi tentativi falliscono, puoi procedere con un'azione legale. È importante notare che ci sono spesso termini di prescrizione specifici per presentare una causa, quindi è consigliabile agire tempestivamente. Inoltre, potrebbe essere utile consultare un avvocato specializzato in diritto del lavoro per valutare il tuo caso e guidarti nel processo.

Quale percorso formativo devo intraprendere per sperare di fare il Giudice del lavoro?

Per aspirare alla carriera di Giudice del lavoro in Italia, è necessario intraprendere un percorso formativo e professionale ben definito, che si articola attraverso varie fasi, ognuna delle quali è fondamentale per acquisire le competenze e le qualifiche necessarie a ricoprire tale ruolo. Di seguito, viene descritto il percorso tipico:

1. Laurea in Giurisprudenza

Il primo passo è ottenere una Laurea Magistrale in Giurisprudenza, che fornisce le basi giuridiche e le conoscenze necessarie per accedere alla professione legale. Il corso di studi dura generalmente cinque anni e copre diverse aree del diritto, tra cui diritto civile, diritto penale, diritto amministrativo e, naturalmente, diritto del lavoro.

2. Esame di Stato e Abilitazione alla Professione Forense

Dopo aver conseguito la laurea, è necessario superare l'esame di Stato per l'abilitazione alla professione forense. Questo esame valuta le competenze e le conoscenze giuridiche del candidato e, una volta superato, consente di iscriversi all'Albo degli Avvocati. Benché l'iscrizione all'Albo non sia strettamente necessaria per diventare magistrato, la pratica legale offre un'esperienza preziosa che può essere utile nelle fasi successive.

3. Concorso in Magistratura

Per diventare Giudice, inclusi i Giudici del lavoro, è necessario superare il concorso in magistratura, bandito dal Ministero della Giustizia. Il concorso è aperto ai laureati in giurisprudenza con almeno due anni di pratica forense o altre qualifiche professionali specificate nel bando di concorso. Il concorso prevede prove scritte e orali che coprono diverse materie giuridiche, compreso il diritto del lavoro. Superare questo concorso è forse la fase più sfidante del percorso, data l'alta competitività e il livello di preparazione richiesto.

4. Tirocinio in Magistratura e Nomina

I candidati che superano il concorso entrano in un periodo di formazione e tirocinio presso varie istituzioni giudiziarie, che dura circa diciotto mesi. Durante questo periodo, i futuri magistrati ricevono una formazione pratica e teorica, partecipando a udienze, redigendo sentenze e studiando approfonditamente il diritto. Al termine di questo tirocinio, i tirocinanti sono valutati e, se giudicati idonei, sono nominati magistrati.

5. Assegnazione al Ruolo di Giudice del Lavoro

Dopo la nomina, il magistrato può essere assegnato a varie sezioni della magistratura, inclusa quella del lavoro, in base alle esigenze dell'organizzazione giudiziaria e alle preferenze espresse dal magistrato stesso. Da qui inizia la carriera effettiva come Giudice del lavoro, con la possibilità di avanzare e specializzarsi ulteriormente nel corso degli anni.

Formazione Continua

È importante sottolineare che il percorso di formazione e crescita professionale di un Giudice del lavoro non si conclude con la nomina. La giurisprudenza è in continua evoluzione, e i magistrati sono tenuti a mantenere aggiornate le proprie conoscenze attraverso la formazione continua.

In sintesi, diventare Giudice del lavoro richiede dedizione, una solida preparazione giuridica e la capacità di superare un processo selettivo molto competitivo. Il percorso è lungo e impegnativo, ma offre l'opportunità di ricoprire uno dei ruoli più prestigiosi e importanti nel sistema giuridico italiano.

FAQ sul Giudice del Lavoro

Cosa fa esattamente un giudice del lavoro?

Il giudice del lavoro è una figura chiave nel sistema giuridico che si occupa di controversie tra datori di lavoro e dipendenti o tra sindacati e aziende. Queste controversie possono riguardare una vasta gamma di questioni, tra cui licenziamenti ingiusti, discriminazioni sul posto di lavoro, inadempienze contrattuali, e molto altro. Il ruolo del giudice del lavoro è di interpretare e applicare la legislazione del lavoro in vigore, assicurando che sia rispettata la giustizia e che le parti coinvolte ricevano un trattamento equo ed imparziale. Questo processo può includere l'ascolto delle testimonianze, l'esame delle prove presentate e, infine, la pronuncia di una sentenza che determini la risoluzione del conflitto.

In quali casi è necessario rivolgersi a un giudice del lavoro?

I casi in cui è necessario l'intervento di un giudice del lavoro sono vari e possono includere dispute relative a licenziamenti ritenuti ingiusti, discriminazioni basate su sesso, età, origine etnica o disabilità, contestazioni sui termini del contratto di lavoro, mancati pagamenti di stipendi o di altri emolumenti dovuti, violazioni delle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro, e questioni legate ai diritti sindacali. Quando le parti coinvolte non riescono a risolvere tali dispute attraverso la negoziazione o la mediazione, il caso può essere portato davanti a un giudice del lavoro per una decisione legale.

Come si svolge un processo davanti al giudice del lavoro?

Un processo davanti al giudice del lavoro segue un procedimento formale che inizia con la presentazione di un ricorso da parte del lavoratore o del datore di lavoro. Dopo la presentazione del ricorso, viene fissata una data per l'udienza, durante la quale entrambe le parti hanno l'opportunità di presentare le loro argomentazioni, prove, e testimonianze. Il giudice del lavoro ascolterà attentamente tutte le parti, valuterà le prove presentate, e infine emetterà una sentenza basata sulla legislazione del lavoro applicabile. Questa sentenza può includere ordini di risarcimento, reintegrazione nel posto di lavoro, o altre misure atte a ripristinare la giustizia e l'equità tra le parti.

Quali sono le sfide principali che affronta un giudice del lavoro?

Le sfide principali che un giudice del lavoro può incontrare includono la complessità delle leggi e dei regolamenti che regolano il rapporto di lavoro, la necessità di bilanciare i diritti e gli interessi spesso contrastanti delle parti coinvolte, e l'impatto delle nuove forme di lavoro e tecnologie sul mercato del lavoro. Inoltre, il giudice deve assicurarsi che le sue decisioni siano giuste, equilibrate e basate su una solida comprensione della legge, tenendo conto delle circostanze specifiche di ogni caso.

Quali risorse sono disponibili per chi si trova ad affrontare una disputa lavorativa?

Per chi si trova ad affrontare una disputa lavorativa, esistono diverse risorse che possono offrire assistenza e supporto. Queste includono consulenze legali specializzate in diritto del lavoro, servizi di mediazione e conciliazione che tentano di risolvere le dispute in modo meno formale e conflittuale, e organizzazioni sindacali che possono offrire supporto e rappresentanza ai propri membri. Inoltre, esistono numerosi siti web e pubblicazioni che forniscono informazioni utili sulle leggi del lavoro, sui diritti dei lavoratori e sulle procedure da seguire in caso di contenzioso lavorativo.

Leggi approfondimenti sul mondo del lavoro. Ti proponiamo il nostro articolo "Portale degli stipendi PA".

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.

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