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La lettera di richiamo (che può essere preceduta da un semplice richiamo verbale) è uno dei provvedimenti disciplinari che il datore di lavoro può impugnare per far rispettare gli accordi contrattuali al proprio dipendente. Oggi daremo uno sguardo più dettagliato su uno dei provvedimenti che spesso causa delle vere e proprie diatribe sul posto di lavoro.

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Anche detta ammonimento scritto, è uno dei procedimenti disciplinari sul lavoro più soft e leggeri; di solito viene usata per richiamare l’attenzione del lavoratore che ha avuto comportamenti scorretti, ma non gravi. E' dunque vista più che altro come un amminimento, un avvertimento che dovrebbe riportare "sulla retta via" il dipendente che ha agito in maniera leggermente scorretta nei riguardi di una o più regole. In un rapporto lavorativo infatti possono accadere dei problemi tra datore di lavoro e dipendente e talvolta tale rapporti possono rovinarsi o evolversi in maniera negativa. E’ bene, nei casi che un posto di lavoro sia gradito, di costruire da ambo le parti rapporti lavorativi basati sul bene comune, senza arrivare a strappi che possano danneggiare le parti in causa, soprattutto se c’è fiducia reciproca sulla bontà del lavoro eseguito.

Quando il personale rischia la lettera di richiamo? Vediamo cosa cambia da contratto a contratto

Facciamo qualche esempio: la lettera di richiamo può essere utilizzata nei seguenti casi

  • Ritardi rispetto all’orario di lavoro: se c'è un orario ben stabilito è opportuno rispettarlo (per non causare disagi alla clientela e/o ai colleghi)
  • Ritardi nella comunicazione di assenza o nel presentare certificati medici
  • Uso di telefono o attrezzature di lavoro (computer, internet) per scopi personali e/o senza previa autorizzazione da parte del datore di lavoro
  • Comportamenti socialmente pericolosi
  • negligenza

Come scrivere l'ammonimento disciplinare per l'impiego specifico? Una guida per l'azienda

In questi casi, il datore di lavoro deve adottare un tono oggettivo, formale e chiaro. La lettera di richiamo, infatti, se ben redatta rappresenta uno strumento poco costoso ed efficace Le regole principali da seguire per stilare una lettera di richiamo sono le seguenti:

  • Indicazione del comportamento non tollerato
  • Richiesta di cambiamento dell’atteggiamento illegittimo
  • Informazione circa le eventuali conseguenze giuridiche

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Tale lettera può essere recapitata al dipendente sia a mano che tramite raccomandata. Sul web sono presenti diversi modelli fac-simile su come compilare un ammonimento scritto dopo un comportamento ritenuto non idoneo dal datore di lavoro riguardo l’attività del dipendente in questione. Il suddetto richiamo potrà essere utilizzato da quest’ultimo in caso i comportamenti siano reiterati nel futuro e quindi costringa il principale a dover licenziare il dipendente (per giusta causa), giustificando il tutto con l’aver intrapreso prima misure “soft”, quindi avvertendo già il lavoratore dei suoi atteggiamenti errati. Ci sono inoltre dei portali sui diritti del lavoro che spiegano in maniera dettagliata tutti i casi specifici che possono accadere. Altrimenti, è bene o consigliabile ascoltare e contattare persone di fiducia che sappiano indirizzarci nel modo giusto, ovviamente se si è il caso di dipendenti che vogliono contestare tale provvedimento.

Per una visione più ampia, ti consigliamo di dare un'occhiata al nostro articolo sulla lettera di richiamo per la colf.

Scopi degli avvertimenti ai lavoratori: non solo provvedimenti legati alla busta paga

Con la lettera di richiamo (biasimo), il datore di lavoro è come se desse contemporaneamente un avvertimento (e un rimprovero) e una seconda possibilità al suo subordinato. Lo scopo dell’ammonimento scritto infatti è quello di dare al dipendente la possibilità di cambiare il suo comportamento scorretto. Ricordiamo che la lettera può anche non essere consegnata a mano da parte del datore.

E’ bene sapere anche che in alcuni casi, l'ammonimento non è il provvedimento ideale. Ciò accade quando il comportamento scorretto del lavoratore è grave o quando si è certi che lo stesso non è intenzionato a modificare il suo atteggiamento o ancora qualora la fiducia nei confronti del dipendente è irrimediabilmente intaccata.

Lettera di richiamo

La lettera scritta infatti rappresenta la misura più leggera che può adottare un datore di lavoro verso il proprio dipendente. In una scala progressiva di decisioni contro il lavoratore, dopo questa appena descritta c’è una sanzione pari a quattro ore di salario, poi la sospensione dello stipendio (o delle sue mensilità con danno grave alle entrate del dipendente) e dell’attività lavorativa per un periodo massimo di dieci giorni e infine il trasferimento (quest’ultimo è regolato da precise disposizioni, ossia è valevole solo per i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e con le stesse funzioni dell’incarico precedente).

Cosa dice il regolamento riguardo ai fatidici cinque giorni?

A differenza del richiamo scritto, negli altri casi appena elencati, il datore di lavoro è obbligato a concedere cinque giorni di tempo al proprio dipendente per giustificare i motivi del suo comportamento scorretto. Se si va avanti nella diatriba fino ad arrivare alle vie legali, la misura presa dal datore di lavoro è sospesa fino a quando il Tribunale competente non emetterà la sua sentenza definitiva. Ricordiamo che il dipendente ha comunque la facoltà di rispondere alla lettera. Il consiglio è comunque far sempre riferimento allo Statuto dei Lavoratori.

Come dipendente posso rispondere tramite Avvocato ad una lettera di richiamo?

Rispondere tramite avvocato a una lettera di richiamo ricevuta come dipendente è un diritto e, in alcuni casi, può essere anche una scelta strategica. Ecco alcuni passaggi che puoi seguire per rispondere in modo efficace:

  1. Valutazione della lettera di richiamo: Prima di tutto, è importante leggere attentamente la lettera di richiamo per comprenderne i motivi. La lettera dovrebbe specificare le ragioni del richiamo, che possono variare da prestazioni lavorative insoddisfacenti a violazioni delle politiche aziendali.
  2. Consultazione con un avvocato: Dopo aver ricevuto la lettera, può essere utile consultare un avvocato specializzato in diritto del lavoro. L'avvocato può aiutarti a valutare la situazione, comprendere i tuoi diritti e determinare la migliore strategia di risposta. È importante fornire all'avvocato tutti i dettagli pertinenti, inclusa la lettera di richiamo e qualsiasi documentazione relativa al tuo lavoro e alle tue prestazioni.
  3. Preparazione della risposta: Se decidi di rispondere attraverso un avvocato, lui o lei redigerà una risposta professionale alla lettera di richiamo. Questa risposta dovrebbe affrontare i punti sollevati nella lettera di richiamo, fornire la tua versione degli eventi e, se applicabile, presentare qualsiasi prova a sostegno della tua posizione. L'obiettivo è chiarire qualsiasi malinteso, difendere la tua condotta e, se possibile, risolvere la questione in modo costruttivo.
  4. Invio della risposta: La risposta redatta dal tuo avvocato sarà poi inviata all'azienda, solitamente attraverso canali ufficiali come posta certificata o e-mail, a seconda delle indicazioni fornite nella lettera di richiamo o come preferito dall'avvocato per assicurare la ricezione.
  5. Attendere una risposta: Dopo aver inviato la tua risposta, l'azienda esaminerà il contenuto della tua lettera e potrebbe rispondere direttamente al tuo avvocato. In base alla risposta dell'azienda, potresti dover prendere ulteriori azioni, che il tuo avvocato ti aiuterà a navigare.

È importante agire in modo tempestivo e seguire le indicazioni del tuo avvocato durante l'intero processo. Rispondere tramite avvocato può aiutare a garantire che i tuoi diritti siano protetti e che qualsiasi problema sul posto di lavoro venga risolto in modo giusto ed equo.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.

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