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Il libero professionista è colui che, dopo aver acquisito determinate nozioni di natura pratica e intellettuale mediante specifici percorsi di studio e formazione, offre le sue prestazioni professionali per uno o più committenti.

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Quale ruolo per il libero professionista?

Il libero professionista non ha infatti un datore di lavoro fisso e non instaura con esso alcun rapporto di lavoro subordinato. Il libero professionista può inoltre svolgere un tipo di lavoro appartenente a categorie specifiche, definite “protette”, iscrivendosi a determinati albi professionali (quando è richiesta una laurea) o Collegi (quando è previsto un diploma) quali: Architetti, Avvocati, Ingegneri, Notai, Dottori Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Farmacisti, Geologi, Medici, Periti industriali, Psicologi, geometri.

La partita IVA per il libero professionista

Il lavoro di libero professionista prevede anche l'apertura della partita IVA e la presentazione della richiesta di attribuzione della stessa all'Agenzia delle Entrate della zona di residenza del richiedente. Occorre inoltre l'iscrizione all'INPS.

Come Aprire la Partita IVA da professionisti

Per l'apertura da libero professionista della partita Iva, occorrerà dunque:

  • presentare la dichiarazione all'Agenzia delle Entrate entro trenta giorni dall'attività lavorativa;
  • ricevere dall'Agenzia delle Entrate il numero di partita Iva, che rimane invariato fino alla cessazione dell'attività, e che è costituito da undici caratteri numerici (7 individuano il contribuente, 3 il codice identificativo dell'Ufficio e l'ultimo è un codice di controllo).

Fatture del professionista

Il libero professionista dovrà indicare il proprio numero di partita IVA all'interno di ogni fattura emessa, nella home page di un eventuale sito web e in qualunque altro documento che lo richieda. È infine possibile ottenere delle detrazioni per alcune prestazioni professionali, inserendo la fattura all'interno della Dichiarazione dei Redditi.

Pensione liberi professionisti

I liberi professionisti, nonché i lavoratori autonomi, hanno delle agevolazioni per la loro pensione e specifici enti previdenziali, controllati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ai quali fare riferimento.

Un beneficio fiscale per le pensioni dei liberi professionisti è la rimozione sul reddito totale, con l'unica restrizione di 5.164,27 euro, del limite massimo pari al 12%.
La legge finanziaria n. 122/2010 ha però modificato il periodo di decorrenza anche per le pensioni dei liberi professionisti ad almeno 18 mesi, che dovranno dunque continuare a lavorare per un ulteriore anno.

Casse di previdenza per i liberi professionisti

I liberi professionisti, soprattutto quelli registrati agli Albi, ai fini di ottenere il riscatto della pensione, devono iscriversi alle Casse di previdenza apposite e pagare i contributi; gli altri professionisti, non iscritti e non aventi casse autonome, dovranno invece fare riferimento alla Gestione separata dell’Inps.

Gli enti di previdenza che si occupano della contribuzione dei liberi professionisti iscritti, dovranno impegnarsi a pagare le pensioni e gli eventuali servizi aggiuntivi quali copertura sanitaria, assegni di maternità, di disoccupazione o familiari.

Contributi soggettivi per le pensioni dei liberi professionisti

 

Per ottenere la pensione, i liberi professionisti dovranno altresì annualmente versare dei contributi soggettivi alle casse di previdenza, calcolati in base al loro reddito; sono infine obbligati a pagare anche i contributi integrativi e quelli eventualmente di maternità.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.

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