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Il mercato del lavoro è divenuto gioco forza uno dei temi più discussi nel Paese; la crisi globale che ha colpito anche l’Italia ha posto ulteriori problematiche a tutti quei giovani in cerca di un posto di lavoro per garantirsi il futuro.

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Le polemiche scoppiate negli ultimi tempi tra il Governo Monti e le unioni sindacali per il famigerato articolo 18 hanno acceso ancora di più la questione del lavoro, che deve essere uno dei principali capisaldi per la crescita di un Paese. Dalle ultime notizie sembra che proprio l’esecutivo voglia puntare sulla green economy per rilanciare la crescita in Italia e combattere una disoccupazione che soprattutto tra i giovani è arrivata a dati allarmanti. Infatti, addirittura il 44% dei giovani non ha un lavoro e questo settore, che è in forte crescita negli ultimi anni, può aprire nuovi sbocchi per la platea giovanile. D’altronde un’attenzione all’ambiente è ormai più che necessaria per non rovinare in modo definitivo lo stato di salute del pianeta. Per questa ragione sono richieste sempre di più queste figure all’interno delle aziende che si sono convertite alla ragione “green” e anche il mondo della politica ha capito l’importanza dell’uso delle energie rinnovabili e di uno suo sfruttamento a 360 gradi.

Una nuova figura: i manager verdi

In controtendenza con tutto ciò che di negativo circonda in questo momento il mercato del lavoro, ossia la difficile ricerca di un posto, i licenziamenti e la cassa integrazione, sta emergendo nella politica della green economy una figura professionale molto richiesta, i manager verdi.

Secondo le aziende specializzate nella Executive Search, per questa categoria sono disponibili ben 3000 nuovi posti di lavoro. Non è un caso che il consiglio che viene dato a chi sta per entrare all’Università è quello di dirottarsi verso queste nuove professioni all’interno della green economy che possono portare nuovi posti di lavoro, evitando così di inflazionare le tradizionali facoltà dell’ateneo che non garantiscono più occupazione come anni fa.

La figura del manager verde

Sono persone che operano in qualunque azienda attraverso criteri eco-sostenibili. In una società in cui infatti ci sono diverse problematiche dovute anche alla crisi mondiale, questa figura sta diventando sempre più importante.

I green manager dovranno gestire tutte le aree che vanno dal marketing fino all’efficienza energetica e di qualità ambientale. Questi sono tutti parametri che permettono all’azienda di ottenere più prestigio e di mostrarsi al tempo stesso al passo con i tempi.

I numeri

In Italia fino ad ora si possono contare più di 2500 professionisti in tal senso, e questa cifra aumenterà sensibilmente nei prossimi anni; secondo i dati di Confindustria i posti disponibili saranno addirittura 1.6 milioni nei prossimi otto anni. Ma questa crescita esponenziale si registrerà in tutta Europa nella quale si stima entro il 2020 più di 2 milioni di addetti per questa figura. Questi numeri sono continuati a salire nell’ultimo periodo, tanto che in Europa sono stati creati quattro milioni di posti di lavoro tra il 2002 e il 2011 con addirittura un milione tra il 2007 e il 2011, ossia gli anni più bui per via degli effetti nefasti della crisi economica. Ma questi dati potranno avere una crescita enorme soprattutto più in là nel tempo visto che è stato considerato che da qui al 2030 i posti di lavoro nell’economia verde arriveranno addirittura alla pazzesca cifra di 30 milioni. Tutto questo sta a significare che in questo periodo oscuro c’è una strada per risollevarsi ed è quella della green economy, settore in espansione sul quale vuole puntare anche il Presidente del Consiglio Renzi. Per questa ragione già diverse aziende si sono convertite al verde per uno sviluppo delle imprese a minor impatto ambientale.

Come diventare green manager

Per diventare green manager è necessaria o è consigliabile una laurea in ingegneria gestionale o in economia con un master in comunicazione ambientale o anche una laurea in filosofia e in scienze fisiche.

Molto importante è la lingua inglese, come richiedeva il Master “Cultura dell’innovazione e sviluppo sostenibile” che aveva in oggetto proprio la green economy che si sarebbe svolto a Bologna organizzato dalla Alma Mater.

Contattata dalla nostra redazione, ci è stato spiegato di come il Master purtroppo non sia potuto partire per un problema di tempistiche e l’ateneo, che è il primo in Italia ad aver organizzato corsi su questo tema, si sta riproponendo di ripianificare l’attività scorporando i moduli e potendo investire, tramite accordo con la Regione, del vaucher del fondo sociale europeo che permette delle agevolazioni agli iscritti del corso.

Le tematiche approfondite partono dalla radice della green economy fino ad arrivare a formare i futuri manager dando specifiche competenze tecniche.

In un mercato del lavoro sempre più difficile, questi professionisti sono destinati a diventare dunque i manager del futuro.

Gli stipendi

Anche le retribuzioni sono molto favorevoli per chi intendesse iniziare questa carriera lavorativa. Ovviamente ci sono delle differenze a seconda del settore di riferimento, con l’eolico e il fotovoltaico che permettono di guadagnare cifre più alte, ma in generale si può dire che i manager che hanno almeno cinque anni di esperienza ricevono un salario che oscilla tra i 35 mila e i 50 mila euro lordi. All’estero vengono anche proposti contratti a tempo indeterminato e in alcuni casi dei bonus da aggiungere al proprio stipendio, che in taluni casi arriva anche a raddoppiare il proprio importo.

La selezione dei profili executive

La problematica è abbastanza chiara, se nell’assunzione di profili medio bassi è sufficiente verificare le competenze di base di un candidato e la sua motivazione per giudicarlo idoneo all’assunzione, quando si tratta di profili executive gli elementi da valutare sono svariati: è importante infatti che l’azienda alla ricerca di un candidato che ricopra il ruolo di figura manageriale si affidi ai recruiter dedicati a questo ambito, una divisione come Badenoch + Clark Executive in cui il recruiter di executive è in grado di trovare i candidati adatti al ruolo, cerca di comprenderne le potenzialità e di riuscire a valutare in modo corretto il ruolo in cui inserire i candidati.

In questo modo si dà vita ad un processo di crescita grazie alla selezione strategica per le aziende, che si traduce in valore aggiunto e crescita professionale per entrambi.

Infatti, se la società potrà giovarsi delle competenze, delle capacità e delle abilità del professionista per incrementare le sue potenzialità commerciali oppure per migliorare le sue strategie di mercato o fornire una nuova visione, magari più originale e vincente, anche per tale professionista o dirigente vi saranno vantaggi da questa esperienza aziendale.

Egli, difatti, potrà confrontarsi con una nuova realtà e questo arricchirà in maniera ulteriore la sua esperienza, oltre che naturalmente permetterà di accrescere le sue competenze, magari anche in ambiti in parte differenti rispetto a quelli in cui ha lavorato precedentemente, ampliando di conseguenza le sue conoscenze settoriali. Come si può notare, quindi, si evidenzia un reciproco arricchimento da diversi punti di vista, sia per l'azienda che per il dirigente che ne farà parte.

Altro elemento di differenziazione della ricerca di un profilo executive rispetto a quelli tradizionali di livello meno dirigenziale è che per questi ultimi risulta importante la preparazione accademica, le esperienze effettuate (sia pur minime) e le potenzialità, mentre per gli executive risultano fondamentali gli obiettivi raggiunti ed i risultati ottenuti nell'arco della loro carriera. Spesso vengono quindi ricercati professionisti in grado di far ottenere ad un'azienda un salto di qualità, sotto diversi aspetti.

I profili executive più ricercati oggi

In Italia ci sono alcuni ambiti in cui non è facile trovare un candidato adatto, sia per competenze scolastiche, sia per esperienze pregresse, tuttavia, ci sono delle figure professionali particolarmente ricercate, anche a livello executive; gli ambiti in cui sono ancora molti i posti vacanti sono quello scientifico-digitale, dove un esperto nelle tecnologie telematiche e nei canali digitali trova lavoro in tempi minimi. Lo stesso dicasi per quanto riguarda il controlling e la finanza, soprattutto a livelli executive medio alti. Sono aperte anche molte posizioni per quanto riguarda l’internazionalizzazione e la tecnologia in senso lato.

Oltre all'ambito del cosiddetto Ict (Information & Communications Technology), sono molto richiesti quei professionisti maggiormente esperti nei settori ingegneristico, economico e farmaceutico. E per cercare di ottenerne le loro prestazioni, le aziende sono disposte ad offrire lauti stipendi, con relativi generosi benefit.

Preparare un curriculum executive

In rete è facile trovare vere e proprie guide che insegnano a chi si approccia al mondo del lavoro come costruire un curriculum. Per quanto riguarda la candidatura di figure ad alto profilo professionale, le cose invece vanno diversamente, anche perché chi intende presentarsi per un posto di lavoro come manager in azienda non può utilizzare questo tipo di guide. Il lavoro di costruzione del curriculum è infatti del tutto diverso, a partire dal fatto che non sarà utile inserire in modo preciso tutte le esperienze lavorative avute sin dall’inizio della propria carriera.

Meglio concentrarsi sulle esperienze più significative e su quale posizione si vuole ricoprire in azienda. Far spiccare le proprie doti manageriali è di certo il concetto su cui focalizzarsi, visto che sono queste caratteristiche quelle che gli executive recruiter cercano.

Autore: Enrico Mainero LinkedIn

Immagine di Enrico Mainero

Dal 2011 Direttore Responsabile e Amministratore unico di ElaMedia Group SRLS. Mi dedico prevalentemente all'analisi dei siti web e alla loro ottimizzazione SEO, con particolare attenzione allo studio della semantica e al loro posizionamento organico sui motori di ricerca. Sono il principale curatore dei contenuti di questo Blog (assieme alla Redazione di ElaMedia).

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