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Quando un’azienda colloca uno o più lavoratori in una procedura di licenziamento collettivo, il lavoratore ha diritto al godimento di una serie di benefici per bilanciare la perdita del posto di lavoro. I lavoratori sono inseriti nelle cosiddette “liste di mobilità” che prevedono una serie di strumenti utili al reinserimento nel mondo del lavoro oltre a godere di una indennità di mobilità per sostenere il periodo di disoccupazione.

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Si parla di mobilità – non solo per le procedure di licenziamento collettivo – ma in generale per tutte quelle situazioni in cui si determina per il lavoratore il caso di un licenziamento per motivi economici dell’ente o dell’azienda presso cui si lavora. Al lavoratore in mobilità deve essere garantita la possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro anche con la proposta di attività formative, oltre – come già detto - all’indennità che dal 2013 è stata progressivamente sostituita dall’ASPI.

Quali aziende possono chiedere questa tutela:

  • Aziende con più di 15 dipendenti già in cassa integrazione Guadagni Straordinaria
  • Aziende con più di 15 dipendenti (inclusi apprendisti) che decidono di ricorrere al licenziamento collettivo
  • Aziende con più di 15 dipendenti che cessano l'attività

Da notare che per “licenziamento collettivo” si intende il licenziamento di più di cinque lavoratori in un periodo di 120 giorni.

Per iniziare la procedura, le imprese devono innanzitutto darne comunicazione alle organizzazioni sindacali e alla Direzione Regionale del Lavoro. Si apre quindi un tavolo per ideare eventuali strategie che possano evitare la soluzione della mobilità.

Se queste, infine, non vengono trovate l'impresa può intraprendere i licenziamenti collettivi ma deve trasmettere l'elenco dei lavoratore alla Direzione Regionale, alle Commissioni Provinciali Tripartite, alle Associazioni di Categoria.
È possibile, in alternativa, che siano gli stessi lavoratori ad intraprendere la procedura non il datore di lavoro, ma è opportuno ricordare che per guadagnare l'indennità occorrono determinati requisiti e che quindi il mero inoltro della domanda non implica assolutamente il ricevimento dell'indennità, anche se la richiesta parte dai dipendenti.

Chi riceve l'indennità

• Lavoratori iscritti nelle liste di mobilità
• Lavoratori con anzianità pari ad almeno 12 mesi
• Lavoratori con almeno 6 mesi di lavoro effettivo
• Lavoratori assunti a tempo indeterminato da:

1. Imprese industriali con più di 15 dipendenti
2. Imprese commerciali con più di 200 dipendenti
3. Cooperative con più di 15 dipendenti
4. Imprese artigiane se l'azienda committente ha fatto ricorso allo stesso istituto di tutela
5. Aziende in regime transitorio (Aziende commerciali, di viaggio e turismo, di vigilanza)

A quanto ammonta l'indennità

All'indennità contribuisce sia l'azienda sia lo Stato (tramite l'Inps). È giusto sottolineare come i contributi continuino, comunque, ad essere versati duranti i mesi nei quali è attiva questa tutela.
Il pagamento vale il 100% della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per i primi 12 mesi, mentre l'80% sino al 36esimo o sino al 48esimo per le aziende del Mezzogiorno, che godono di regimi particolari.

Infatti, la durata stessa della cassa è diversa:

• Lavoratore sino a 39 anni: 12 mesi per aziende del centro-nord, 24 per il Mezzogiorno
• Lavoratore sino a 49 anni: 24 mesi nel primo caso, 36 nel secondo
• Lavoratore oltre 50 anni: 36 mesi nel primo caso, 48 nel secondo

Un caso interessante è la mobilità anticipata, ovvero la possibilità di poter ricevere l'intera somma dell'indennità in un'unica soluzione. Quest'opzione è disponibile solo per il lavoratori che hanno intenzione di aprire una propria attività oppure entrare in una cooperativa o impresa.

I moduli della domanda

La domanda dev'essere presentata on line presso il sito dell'Inps, dove sono disponibili i moduli relativi. La domanda d'indennità, inoltre, dev'essere presentata all'INPS entro il 68esimo giorno di licenziamento e poi essere inoltrata via web, contattato il Call Center dell'Inps (803164) o recandosi presso i Patronati.

Cosa cambia con l'Aspi

L'Aspi, come si è accennato, mira a livellare i diversi regimi. Per tutti i lavoratori, la mobilità sarà versata per 12 mesi o 18 se over 55. Gli importi saranno ridotti: per il primo mese saranno i 1.119€, ma poi si ridurranno secondo pattern stabiliti di anni in anno dal Ministero del Lavoro.

Ma l'Aspi è stata pensata per modificare anche la disoccupazione: l'assegno verrà versato per tutti per 12 mesi (oggi è possibile riceverlo per 8 o 12 mesi, a seconda di vari parametri) e, nelle promesse, l'importo dovrebbe essere superiore.
Ancora da stabilire, tuttavia, il bacino di utenza preciso di questa forma di tutela.

Novità apportate nel quadro normativo dal PNRR 2022 per i dipendenti pubblici

Dal 1° maggio 2022 è in vigore il Decreto Legge n. 36 del 30 aprile 2022 contenente misure urgenti per l’attuazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che include anche modifiche sulla normativa sulla mobilità orizzontale nel pubblico impiego. Il decreto modifica, inoltre, il codice etico dei dipendenti pubblici, le modalità di reclutamento, la parità di genere, il conferimento degli incarichi.

Relativamente alla specifica della mobilità orizzontale, il decreto prevede che il personale non dirigenziale possa essere comandato o distaccato esclusivamente entro il limite del 25% dei posti non coperti. La disposizione non si applica ai comandi o distacchi obbligatori come quelli relativi alla partecipazione a organi o istituti di personale amministrativo presso sedi territoriali, ministeri, unioni di comuni.

Per i distaccamenti presso enti dell’Unione Europea in qualità di esperti nazionali, il decreto prevede un’indennità forfettaria, omnicomprensiva – che non contribuisce al calcolo pensionistico – da utilizzare per sostenere le spese di soggiorno. Il corrispettivo dell’indennità non potrà essere superiore a quanto l’Unione Europea corrisponde già per le medesime cariche e posizioni.

FAQ

Cosa significa lavorare in mobilità?

Lavorare in mobilità si riferisce a un modo di lavorare che non è vincolato a un luogo fisso. Questo può includere lavorare da casa, da un coworking space, da un caffè, o da qualsiasi altro luogo con una connessione internet affidabile. In sostanza, lavorare in mobilità significa avere la flessibilità di lavorare da qualsiasi luogo, purché si riesca a rimanere produttivi e a mantenere una comunicazione efficace con il team o i clienti.

Con l'avvento delle tecnologie digitali, come le piattaforme di videoconferenza, le applicazioni di messaggistica istantanea e le soluzioni di cloud computing, lavorare in mobilità è diventato sempre più comune. Offre numerosi vantaggi sia ai lavoratori che alle organizzazioni, tra cui una maggiore flessibilità, l'accesso a un pool di talenti più ampio e una potenziale riduzione dei costi operativi.

Quali sono i vantaggi di lavorare in mobilità?

Lavorare in mobilità offre una serie di vantaggi sia per i lavoratori che per le organizzazioni. Per i lavoratori, la flessibilità di poter lavorare da qualsiasi luogo può migliorare l'equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, riducendo il tempo e il costo del pendolarismo e permettendo una maggiore autonomia nel gestire il proprio tempo.

Per le organizzazioni, il lavoro in mobilità può portare a una riduzione dei costi, poiché potrebbe non essere necessario mantenere un ufficio fisico di grandi dimensioni. Inoltre, permette di accedere a un pool di talenti più ampio, poiché non sono limitati alla contrattazione di lavoratori che vivono in una specifica area geografica.

Tuttavia, è importante notare che il lavoro in mobilità richiede una gestione efficace e strumenti adeguati per assicurare che i lavoratori siano produttivi e che la comunicazione tra il team rimanga forte.

Quali strumenti sono necessari per lavorare in mobilità?

Per lavorare in mobilità in modo efficace, avrai bisogno di una serie di strumenti tecnologici. Questi includono:

  1. Dispositivi mobili: Laptop, smartphone o tablet con accesso a Internet sono essenziali per lavorare in mobilità. Assicurati che i tuoi dispositivi siano sempre aggiornati e protetti da software antivirus.
  2. Connessione internet stabile: Un'affidabile connessione a banda larga o dati mobili è fondamentale per l'accesso ai file, la partecipazione a riunioni virtuali e la comunicazione con il team.
  3. Software di collaborazione: Strumenti come Google Suite, Microsoft Teams o Slack permettono di collaborare in tempo reale con i membri del team, condividere file e gestire progetti.
  4. Piattaforme di videoconferenza: Applicazioni come Zoom, Google Meet o Microsoft Teams permettono di tenere riunioni virtuali, webinar e presentazioni.
  5. Servizi di cloud storage: Piattaforme come Google Drive, Dropbox o OneDrive permettono di archiviare e condividere file in modo sicuro e accessibile.
  6. Strumenti di gestione del tempo e dei progetti: Applicazioni come Asana, Trello o Monday aiutano a organizzare e tracciare i progressi dei progetti.

Quali sono le sfide del lavoro in mobilità e come possono essere affrontate?

Sebbene lavorare in mobilità offra numerosi vantaggi, presenta anche alcune sfide. Queste possono includere la mancanza di interazione faccia a faccia, la difficoltà nel separare la vita lavorativa dalla vita privata, potenziali distrazioni, e questioni relative alla sicurezza dei dati.

Per affrontare queste sfide, è importante implementare alcune strategie. Per esempio, per sostituire l'interazione faccia a faccia, si possono programmare regolari videochiamate o riunioni virtuali con il team. Per mantenere una chiara divisione tra vita lavorativa e vita privata, è importante stabilire orari di lavoro fissi e creare un ambiente di lavoro dedicato.

Le potenziali distrazioni possono essere gestite mantenendo una routine di lavoro strutturata e utilizzando tecniche di gestione del tempo come la tecnica Pomodoro. Infine, la sicurezza dei dati può essere garantita utilizzando connessioni internet sicure, mantenendo i dispositivi e le applicazioni aggiornati, e seguendo le politiche e le procedure di sicurezza dell'azienda.

Desideri avere informazioni sulla tutela del lavoro? Scopri come possono esserti utili l'ispettorato del lavoro, la direzione regionale del lavoro, o reperisci maggiori informazioni sulla lettera di richiamo.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.

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