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Vediamo oggi come richiedere il Pagamento diretto della malattia INPS. La domanda di malattia all'Inps può essere richiesta nei casi di malattie che possono limitare le capacità lavorative. I soggetti che possono presentare la domanda di indennità di malattia Inps sono gli operai e gli impiegati del settore terziario e che lavorano nel settore industriale, apprendisti, lavoratori sospesi dal lavoro, lavoratori assunti a tempo determinato o indeterminato

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Chi può fare domanda?

Posso richiederla anche:

  • i lavoratori agricoli che hanno un contratto a tempo determinato a patto che possano testimoniare di aver lavorato almeno 51 giornate nell'anno precedente , o indeterminato purchè abbiano, effettivamente , iniziato a volgere l'attività lavorativa, per un massimo di 180 giorni in un anno solare ;
  • gli apprendisti per un massimo di 180 giorni in un anno solare;
  • i disoccupati e i sospesi, solo se il rapporto di lavoro è terminato da non più di sessanta giorni o due mesi dall'avvento della malattia;
  • i lavoratori delle imprese dello Stato, degli Enti Locali privatizzati e degli Enti pubblici, per le malattie dal primo gennaio 2009;
  • i lavoratori dello spettacolo Enpals;
  • lavoratori saltuari;
  • lavoratori a domicilio;
  • lavoratori che versano in gestioni separate e quelli che hanno diritto ad agevolazioni contributive e a particolari prestazioni pensionistiche;

lavoratori marittimi per:

  • inabilità temporanea assoluta per malanno fondamentale per un massimo di un anno solare compresi i giorni festivi e per - inabilità temporanea assoluta per malattia complementare con manifestazioni entro 28 giorni dallo sbarco e spetta dal giorno dopo che segue la denuncia per un massimo di un anno solare
  • inabilità temporanea da malanno per marittimi in continuità di rapporto di lavoro per eventi manifesti tra il 28° e il 180° giorno dallo sbarco e spetta dopo un giorno dalla decuncia per un massimo di 180 giorni;
  • disoccupati.

Come presentare il documento per il Pagamento?

L'indennità economica di malattia Inps necessita di una domanda da consegnare presso l'istituto; entro due giorni dalla data di rilascio i soggetti richiedenti dovranno infatti presentare il certificato di diagnosi all'Inps e l'attestato che certifichi il malanno al proprio datore di lavoro.

Domanda dei lavoratori parasubordinati

fare domanda per la malattia

I lavoratori parasubordinati dovranno consegnare assieme al certificato medico anche: la domanda per ottenere la riscossione del pagamento per degenza ospedaliera, entro sei mesi dalla dimissioni; la domanda per indennità di malattia.

Novità importanti sul documento

Da qualche anno ormai il certificato di malattia deve essere comunicato per via telematica all’Inps direttamente dal medico curante. E’consigliabile che il lavoratore però presti attenzione alla correttezza dei dati anagrafici e del domicilio contenuti nel certificato. In questo modo il lavoratore non dovrà più provvedere a inviare tramite posta il certificato al datore di lavoro. Il lavoratore deve porre la massima attenzione affinché i dati anagrafici e quelli relativi al domicilio per la reperibilità, inseriti dal medico, risultino corretti.

Per quanto riguarda invece le certificazini di ricovero o dimissioni, che sono redatte da strutture ospedaliere, i documenti devono essere consegnati presso la struttura Inps di competenza anche trascorsi due giorni dalla data in cui sono stati rilasciati. E’ importante sapere che i certificati di pronto soccorso o di ricovero sprovvisti di diagnosi non sono ritenuti validi, per essere considerati validi devono contenere determinate informazioni, che sono riportate nell’elenco che segue.

  • Dati anagrafici del soggetto.
  • Data del rilascio.
  • Indicazione chiara della prognosi.
  • Firma del medico.

Coloro che sono iscritti alla gestione separata devono presentare all’Inps di appartenenza da domanda di prestazione, utilizzando dei canali specifici, che sono riportati di seguito.

  • Patronati.
  • Web, vale a dire utilizzando i servizi dell’Inps online, ai quali si può accedere tramite un PIN personale.
  • Chiamando il numero 803164 del Contact Center Multicanale.

L’Inps considera parte del periodo di malattia anche i giorni in cui il lavoratore è stato ricoverato in regime ordinario o di day hospital, purchè all’interno della certificazione sia specificata la diagnosi. Durante il periodo della malattia il lavoratore ha l’obbligo di rendersi reperibile presso il proprio domicilio, in determinati orari, che sono previsti dalla legge e che prevedono la visita di un medico a casa che ha il compito di verificare l’impossibilità del lavoratore a prestare la propria attività lavorativa. Coloro che non vengono trovati a casa dal controllo del medico fiscale verranno convocati dall’Inps e dovranno fornire spiegazioni dettagliate sugli eventuali motivi medici che li hanno costretti a uscire di casa, durante l’orario del controllo.

Orari delle visite fiscali: l’obbligo di reperibilità

La riscossione della pensione è un'entrata economica della quale nessun lavoratore può fare a meno; ecco perché si cerca in tutti i modi di riscuotere quanti più contributi possibili per poter ottenere la pensione di vecchiaia e, nei casi più fortunati, quella anticipata definita pensione di anzianità.

Esistono organi creati e nati per occuparsi di coordinare, regolare, dirigere e decidere in materia di assistenza e previdenza sociale. C' è un istituto apposito di riferimento per i dipendenti pubblici, che è l'Inpdap; esiste infine il più importante istituto di previdenza italiano, al quale fanno invece capo i dipendenti privati che è l'Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps), coadiuvato, per le dinamiche relative agli infortuni e alle malattie sul lavoro dall'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro e le Malattie Professionali (Inail).

Sul sito dell’Ente previdenziale sociale si possono consultare tutte le informazioni relative a circolari, messaggi, notizie aggiornate sulle pensioni, lavoratori migranti, contributi individuali, prestazioni a sostegno del reddito, indennità di disoccupazione, invalidità civile, come gestire un lavoratore domestico e tutti i vari servizi per il cittadino. Sul portale ufficiale inoltre, tramite un servizio molto semplice da utilizzare, si possono ricercare tutte le sedi divise per Regioni e città. In questo modo, in pochi minuti, si potranno avere tutte le informazioni su indirizzo, numero di telefono ed email della sede più vicina a casa nostra.

L'Inps, tra le varie sue mansioni, si occupa anche di elargire le pensioni e le indennità civili e di controllare gli effettivi e reali casi di malattia di un dipendente che si assenta dal lavoro per motivi di salute.

Si effettuano infatti visite fiscali che sono obbligatorie per i dipendenti pubblici, anche nei casi in cui ci si assenti dal lavoro per un solo giorno; per i dipendenti privati invece, si effettuano visite mediche su un campione di certificati arrivati. Le visite fiscali vengono effettuate seguendo un calendario con orari Inps ben definiti; bisogna inoltre essere sempre reperibili anche durante i giorni non lavorativi e festivi.

Le visite fiscali ai dipendenti privati si verificano 7 giorni su 7; gli orari di tali visite fiscali sono i seguenti:

  • dalle ore 10:00 alle ore 12:00
  • dalle ore 17:00 alle ore 19:00

I dipendenti della pubblica amministrazione dovranno invece, dal 4 febbraio 2010, essere obbligatoriamente reperibili dalle ore 09:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00.

Budget ridotto per i controlli del medico fiscale

Nel corso dell 2013 l’Ente previdenziale ha sensibilimente ridotto il budget a disposizione per le visite fiscali, gettando nel panico i medici assistenziali che andavano a fare queste visite per appurare la reale malattia del lavoratore. Da 1.2 milioni di euro si è scesi infatti a 100mila euro e questa riduzione è stata vista dai medici come un regalo per gli assenteisti che avranno in questo modo vita facile nel raggirare i controlli.

Dall’Ente previdenziale è stato spiegato che nel 2012 le visite fiscali avevano portato un esborso di 50 milioni di euro e con questa decisione si punta a dei controlli maggiormente selettivi riducendo al tempo stesso le spese, con l’obiettivo finale sempre perseguito di contrastare la piaga dell’assenteismo. Una motivazione che non trova per nulla d’accordo i medici che a causa di questa contrazione del budget sono rimasti senza un’occupazione (una stima parla di 1300 camici bianchi).

Sono crollati di conseguenza anche i guadagni, passati a 200-300 euro lordi al mese. La maggiore accusa che viene fatta dall’Associazione dei dottori è che con queste regole si passerà a un controllo dei certificati pari a un misero 1%, quando in passato obbligatoriamente tale soglia doveva attestarsi intorno al 10-15%.

Periodo di malattia

Diventa quindi più facile ingannare il proprio datore di lavoro con falsi certificati di malattia visto che la temuta visita fiscale rischia di non avvenire quasi più per mancanza di fondi e risorse. I medici si sono raccolti insieme recentemente per contrastare questa riduzione di budget davanti Montecitorio e rivedere questa misura drastica che colpisce prima di tutto i dottori ma che non equivale neanche a una reale lotta contro l’assenteismo. La misura ha generato un gran vespaio di polemiche soprattutto tra gli operatori del settore e non si sa se tale disposizione sarà modificata o meno in futuro.

Fasce orarie (di lavoro). Giustifica sempre la tua assenza (anche in casi di patologie gravi o per invalidità riconosciuta)

L'Inps definisce inoltre anche la durata dell'attività lavorativa stessa. L'orario Inps di lavoro minimo è di quaranta ore settimanali; tale soglia può essere modificata dai singoli contratti collettivi di categoria e calcolata in base alla durata media dell'attività lavorativa in riferimento a un lasso di tempo che non superi l'anno. La durata massima di lavoro è invece di quarantotto ore, all'interno delle quali sono inclusi anche le ore di straordinario.

Come funziona il servizio online di consultazione degli attestati telematici di malattia

Il certificato di malattia è documento che rappresenta la motivazione che giustifica l’assenza del lavoratore dal posto di lavoro per problemi di saluta. Esso dev’essere stilato dal medico curante o da un medico appartenente al Sistema Sanitario Nazionale. Tutti i lavoratori, sia nel settore pubblico che nel settore privato, sono obbligati a presentare il certificato di malattia che giustifichi la loro assenza per un tempo variabile e proporzionale al problema di salute, in caso di assenza. Il lavoratore deve, inoltre, presentare il protocollo identificativo del certificato al datore di lavoro, mentre il medico ha l’obbligo di trasmettere telematicamente il certificato all’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS).

L’accesso per i datori di lavoro è permesso tramite l’inserimento del PIN aziendale rilasciato dall’INPS. La ricerca può essere effettuata tramite il numero di protocollo del certificato di malattia o tramite il codice fiscale del dipendente, oppure tramite cognome del dipendente potendo, così, visualizzare e scaricare la lista degli attestati telematici di malattia.

La consultazione telematica degli attestati di malattia è utile al datore di lavoro per rendersi conto della posizione del proprio dipendente relativamente ai permessi richiesti per malattia, così come al lavoratore stesso per richiedere eventuali rimborsi soprattutto se il certificato è stato emesso in seguito a cure per infortuni sul lavoro; però trattandosi di dati sensibili, bisogna avere cautela con la privacy.

Elementi del certificato telematico

È importante compilare correttamente il certificato in quanto un’errata compilazione potrebbe comprometterne la validità. Il medico, ovviamente, conosce gli elementi che compongono un certificato, ma poiché può capitare di sbagliare, non è inutile conoscere i requisiti di validità dello stesso, al fine di risparmiarsi scocciature in futuro. Ovviamente, vanno inseriti tutti i dati che portano all’identificazione del lavoratore come: cognome, nome e codice fiscale, dopodiché è necessario l’inserimento dell’esatta prognosi della malattia e l’indicazione dei giorni di assenza dal lavoro, con riferimento al luogo e alla data di compilazione, nonché all’esatta data in cui inizia la malattia fino alla data in cui essa continui. Al certificato così compilato, vanno apposti timbro e firma del medico curante, l’indirizzo completo e l’esatto domicilio del lavoratore dove seguiranno le visite mediche fiscali.

Se alcuni di questi elementi dovessero essere errati o assenti, il certificato non ha alcuna validità e, per tanto, il lavoratore rischia l’omessa motivazione dell’assenza al lavoro, che sfocia nell’assenza ingiustificata. Le conseguenze di questo sono in capo al datore di lavoro, che può optare per vari provvedimenti disciplinare, finanche al licenziamento.

La privacy

La sentenza della Cassazione n. 2367 del 31 gennaio 2018 ha stabilito che si configura la violazione della privacy se il medico fiscale esplicita la diagnosi nel certificato di malattia destinato al datore di lavoro. Sebbene la violazione c’è, la Corte non prevede il risarcimento dei danni.

La sentenza parte proprio dalla normativa di riferimento sugli attestati (D.M. del 15 luglio 1986) dalla quale si evince che è imposta la riservatezza del medico fiscale nell’atto di redigere il referto da consegnare in copia al datore di lavoro occultando la diagnosi e ogni riferimento a visite specialistiche che possono lasciar intendere una diagnosi.

La sentenza della Cassazione, tuttavia, non prevede il risarcimento dei danni al paziente, perché affinché questo sussista si deve dimostrare che la condotta del medico fiscale ha avuto conseguenze concrete o provocato un danno effettivo al lavoratore.

Nel caso specifico, infatti, che ha prodotto la sentenza in Cassazione, il lavoratore ricorrente, oltre a lamentare l’esplicito riferimento diagnostico da parte del medico, lamentava anche l’atteggiamento diffidente, persecutorio ai limiti del mobbing da parte dei colleghi e persino dei parenti venuti a conoscenza delle visite mediche e specialistiche prescritte. La Cassazione ha, però, ritenuto in questo caso che il danno subito non fosse direttamente ascrivibile al medico fiscale, ma alla divulgazione avvenuta successivamente da parte del datore di lavoro. Poiché il ricorrente aveva contestato il ruolo del medico, la Cassazione non ha potuto addebitare a questo il risarcimento dei danni. Se, invece, il dipendente avesse sporto denuncia al datore di lavoro, la sentenza sarebbe potuta essere diversa sottolineando il tema della responsabilità nei casi di violazione della privacy.

Poiché il tema della responsabilità è giuridicamente sviluppato in modo frammentario  e tecnicistico non è ancora possibile parlare di risarcimento dei danni per riconosciuta violazione della privacy, ma allo stesso tempo, la sentenza ha creato un precedente che deve porre i datori di lavoro e chiunque entri in contatto con i dati sensibili della persona in una posizione di massima cautela.

Quali sono i requisiti per ottenere un certificato di malattia telematica in Italia? 

Ottenere un certificato di malattia telematica richiede il soddisfacimento di alcuni requisiti. Innanzitutto, è necessario essere iscritti a un sistema sanitario accreditato e fornire una prova di residenza. Inoltre, è richiesto un documento medico valido che confermi la diagnosi della malattia o dell'infortunio, oltre alla compilazione del modulo di richiesta online sul sito ufficiale dell'Inps. I certificati rilasciati in questo modo sono validi solo fino a 15 giorni dopo il rilascio.

Come presentare e rilasciare un certificato telematico?

Per presentare e rilasciare un certificato telematico, è necessario compilare il modulo di richiesta online con tutte le informazioni necessarie, insieme al certificato medico e alla prova di residenza. Una volta approvata la domanda, sarà possibile ottenere il certificato stampandolo, firmandolo e presentandolo all'ospedale o alla clinica più vicina per ottenere i benefici.

L'utilizzo di un certificato di malattia telematica offre diversi vantaggi, tra cui la possibilità di ottenere servizi medici senza dover viaggiare o assentarsi dal lavoro, la semplicità e la velocità della procedura e la riduzione della burocrazia. Tuttavia, ci sono anche alcune sfide da considerare, tra cui la necessità di una connessione a Internet, la manutenzione e la sicurezza del sistema e la gestione delle informazioni personali.

Il futuro dei certificati telematici in Italia

Nonostante queste sfide, l'uso di certificati telematici in Italia è destinato a crescere, grazie all'accessibilità e alla facilità di utilizzo della tecnologia e all'introduzione di nuove leggi e regolamenti per garantire la sicurezza del sistema e proteggere la privacy dei pazienti. Tutto ciò suggerisce un futuro promettente per i certificati elettronici in Italia, con servizi sanitari più rapidi, affidabili ed efficienti per i pazienti.

Per affrontare le sfide associate all'implementazione e al mantenimento di un sistema telematico in Italia, è importante che i professionisti del settore medico e le organizzazioni sanitarie siano consapevoli dei potenziali rischi e degli aspetti critici da considerare. Questi includono la formazione adeguata del personale, la garanzia della sicurezza e della privacy dei dati, la manutenzione continua del sistema e la disponibilità di supporto tecnico specializzato.

Inoltre, è importante che i pazienti siano informati sulle opportunità offerte dai certificati telematici, sui vantaggi del loro utilizzo e sui potenziali rischi associati. In particolare, i pazienti dovrebbero essere informati sulla necessità di proteggere i propri dati personali, di utilizzare password complesse e di evitare di condividere informazioni sensibili con terze parti non autorizzate.

In definitiva, l'utilizzo dei certificati telematici rappresenta un importante passo avanti nella modernizzazione del sistema sanitario italiano, offrendo una maggiore efficienza, una maggiore accessibilità e una maggiore sicurezza per pazienti e professionisti del settore. Tuttavia, per garantire il successo e la sostenibilità di questo sistema, è necessario affrontare con attenzione le sfide associate alla sua implementazione e al suo mantenimento, al fine di garantire la massima sicurezza e protezione dei dati dei pazienti.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.

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