Logo AreaLavoro

Il corso di laurea in ingegneria gestionale è uno dei più ricercati in Italia. Questo perché l'ingegnere gestionale è un professionista che può operare in svariati settori, sia dalla produzione che nell'amministrazione, nel commercio e nell'informatica. Oggi vediamo quali sono le materie che fanno parte del corso di laurea e indicheremo dei siti utili per approfondire il tema!

Menu di navigazione dell'articolo

Il corso di laurea in Ingegneria gestionale è suddiviso in tre anni, ognuno formato da due semestri. Nel primo anno, gli studenti seguono dei corsi obbligatori che gettano le basi per il resto dei loro studi. In questi si studiano matematica, fisica e chimica. Nel secondo e terzo anno, gli studenti possono scegliere tra una serie di corsi specifici che consentono loro di specializzarsi nel campo di interesse prescelto.

Ci sono molte specializzazioni diverse disponibili all'interno del programma di laurea in ingegneria gestionale. Alcuni esempi includono:

  • Ingegneria della produzione: si concentra sulla progettazione, la pianificazione e il controllo dei processi di produzione;
  • Ingegneria amministrativa: si basa sulla pianificazione e sul coordinamento del lavoro nelle organizzazioni;
  • Ingegneria informatica: è fondata sulla progettazione e sull'implementazione dei sistemi informativi;
  • Ingegneria del marketing: studia la pianificazione e sull'esecuzione di campagne di marketing.

La laurea in ingegneria gestionale è un campo ampio che dà agli studenti molte opzioni di carriera diverse. Grazie alle loro conoscenze sia di business che di ingegneria, i laureati di questo programma possono trovare lavoro in una varietà di settori, come ad esempio: l'ingegnere industriale, il responsabile di produzione, il responsabile del controllo qualità, l'analista di ricerca di marketing, l'ingegnere dello sviluppo del prodotto o l'ingegnere delle vendite.

Il percorso di studi universitari in ingegneria gestionale offre degli sbocchi occupazionali molto interessanti, sia nell'ambito pubblico che privato. Come tutte le lauree scientifiche, richiede grande impegno in termini di ore di studio, dal momento che prepara gli studenti a gestire sistemi complessi ad ampio spettro di applicazione.

Un percorso impegnativo ma con ottimi risvolti in termini di occupazione

Il piano di studi in ingegneria gestionale può essere seguito presso le università fisiche, ma anche presso gli atenei online, università accreditate dal MIUR che danno la possibilità di affrontare da casa la didattica.

Se vuoi intraprendere questo lavoro e stai cercando informazioni sulla durata media degli anni di studio, ti farà piacere sapere che nel nostro Paese i risultati di rendimento e spendibilità di questo titolo sul lavoro sono molto alti.

A chiarirlo sono le indagini di Almalaurea, consorzio universitario che, periodicamente, conduce statistiche e report sulla condizione universitaria italiana. Vediamo nel dettaglio gli aspetti salienti del percorso di studi in ingegneria gestionale.

Il profilo del laureato in ingegneria gestionale

Secondo Almalaurea, 76 studenti su 100 laureati in ingegneria gestionale provengono dal ramo dell’ingegneria industriale. Questo percorso conta maggiori quote di uomini, circa il 62%, che riescono ad ottenere il titolo magistrale entro i 26 anni e mezzo. Questo significa che, di media, impiegano poco meno di tre anni per conseguire il titolo biennale con un voto medio di laurea pari a 104,9 su 110.

Inoltre, almeno la metà degli studenti laureati in ingegneria gestionale ha abbinato lo studio ad esperienze extra come l’Erasmus, mentre il 67,10% si è dedicato a tirocini formativi curriculari.
Dall’indagine annuale Almalaurea, inoltre, risulta che più dell’84% degli studenti, se potesse tornare al momento dell’immatricolazione, sceglierebbe il medesimo corso.

Quali sbocchi occupazionali offre il piano di studi in ingegneria gestionale?

laurea in Ingegneria gestionale

Il tasso di occupazione post-laurea per ingegneria gestionale è tra i più elevati perché si attesta sul 92,2%. Di questo, più di due terzi dei laureati si inseriscono nel mercato del lavoro a poco meno di un anno dal conseguimento del titolo mentre un 17,5% decide di dedicarsi a corsi di alta specializzazione.

Una parte inferiore, infine, decide di aprire un'attività e di lavorare autonomamente. La maggior parte dei laureati in ingegneria gestionale lavora nell'industria metalmeccanica e di precisione e, poi, nel ramo delle consulenze professionali e nell’industria manifatturiera. Soltanto il 3% dei laureati, ricopre ruoli consulenziali nell’ambiente pubblico.

Nel caso tu stia iniziando un percorso universitario, leggi questi articoli riguardo all'autocertificazione di laurea, informazioni sulle tasse dell'università di Firenze e informazioni generali su tutte le facoltà universitarie.

La situazione a cinque anni dalla laurea

Dopo cinque anni dalla laurea di primo livello il tasso di occupazione sale al 95,6%. Il dato degli autonomi sale al 3,6% dall’1,9%, l’86,2% dei laureati ha un contratto a tempo indeterminato mentre il 2,5% sono in part time. Lo stipendio medio si attesta sui 1700,00€ netti al mese. Rimangono simili i valori di occupazione nella sfera privata, mentre salgono gli occupati con posizioni dirigenziali che, a 5 anni dalla laurea, corrispondono a circa il 6,4%.

Con questi numeri possiamo dire che il piano di studi in ingegneria gestionale offre ottime opportunità in termini di occupazione e che è un corso molto valido su cui investire per il futuro.

Dati confortanti arrivano anche a distanza di 5 anni dal conseguimento del titolo universitario, a prescindere se si tratti di laurea triennale o magistrale. I tassi di occupazione sono certamente superiori rispetto a quelli appena visti, mostrando un livello di occupazione che sfiora il 90% tra i laureati di primo livello e dell’88,5% tra quelli di secondo livello. Migliorano dunque le percentuali di placement anche a distanza di 5 anni, rispetto all’anno prima, seppure di appena 0.9 punti percentuali.

Interessanti anche i dati relativi alla retribuzione, che mostrano incrementi importanti rispetto al 2019, sia per i laureati triennali che magistrali. I primi, in media, guadagnano l’8,3% in più rispetto a quelli di un anno prima, con una mensilità netta pari a 1.554 euro, mentre i laureati di secondo livello guadagnano in media 1.635 euro al mese, +7,3% rispetto alla medesima rilevazione dell’anno precedente.    

Laurea e lavoro: qual è il rapporto tra questi due mondi?

Sempre più spesso ci si interroga sulla possibilità di conseguire una laurea per trovare lavoro in tempi più celeri. Secondo quanto pubblicato nel Rapporto 2022 Almalaurea, conseguire una laurea conviene ancora per godere di maggiori vantaggi occupazionali rispetto a chi ottiene solo il diploma di scuola superiore. Secondo la più recente documentazione Istat, che risale al 2021 e ha preso in esame la popolazione in una fascia d’età tra i 20 e i 64 anni, oltre il 79% dei laureati detiene un’occupazione stabile, contro il 65,2% che invece possiede solo il diploma. Ma i vantaggi non riguardano solo la maggiore possibilità di trovare lavoro, quanto anche di riuscire a percepire uno stipendio più alto.

A confermarlo è uno studio dell’OECD, secondo il quale un laureato guadagna il 37% in più rispetto a un diplomato. Leggendo questi numeri va da sé che intraprendere un percorso universitario è ancora un investimento che comporta un certo grado di ritorno in termini di opportunità lavorative, a prescindere se si sceglie di conseguire una laurea in via telematica o presso un ateneo tradizionale. I due titoli, infatti, sono ugualmente validi dinanzi alla legge. Le università telematiche, di fatto, stanno prendendo piede molto più che in passato grazie alla possibilità di frequentare le lezioni a distanza e poter godere di una maggiore flessibilità riguardo all’organizzazione dello studio e delle sessioni d’esame. Anche in questo senso, secondo quanto pubblicato dal Ministero dell’Università, il numero di immatricolati presso una università telematica è salito del 7%.

In crescita le opportunità di lavoro dopo la laurea

Sempre leggendo l’ultimo Rapporto di Almalaurea relativo ai risultati del lavoro per i laureati, si evince un incremento occupazionale e retributivo per i laureati a un anno dal conseguimento del titolo. In questo arco di tempo, il 74,5% dei laureati di primo livello e il 74,6% dei laureati di secondo livello ha già trovato un’occupazione, con un incremento del 2,9% rispetto all’anno precedente, per quest’ultima fascia di laureati. Anche la retribuzione mensile netta fa registrare un aumento di oltre il 9% rispetto all’anno precedente con una paga media di 1.340 euro per i laureati di primo livello e di 1.407 euro per quelli di secondo livello. 

Se stai valutando quale percorso di studi universitario intraprendere, prendi in considerazione questi approfondimenti:

    

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.

Segnalaci un errore, un refuso o un suggerimento per migliorare l'articolo