Il Libretto Formativo del cittadino raccoglie e documenta le diverse esperienze di apprendimento e le competenze dei cittadini lavoratori, acquisite in ambito lavorativo e scolastico.
Questo documento viene gestito e rilasciato dalle Regioni e Province Autonome nell'ambito delle loro esclusive skill in materia di formazione professionale e certificazione delle competenze.
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Le basi legislative
Il libretto formativo nasce grazie al Decreto Ministeriale del 10 ottobre 2005, come conseguenza degli accordi relativi alla Strategia di Lisbona, un insieme di linee guida europee mirate alla standardizzazione di molti processi lavorativi.
Il documento – che può essere sia redatto on line che essere cartaceo – contiene:
- Le competenze acquisite in percorsi formativi (anche non conclusi)
- Le competenze acquisite durante esperienze professionali tipo apprendistato
- Le competenze auto acquisite
- Dati anagrafici, percorso scolastico ed esperienze di lavoro.
La sperimentazione del documento
Fra il 2007 e il 2010, l'Isfol ha dato vita ad un progetto di sperimentazione relativo all'uso di questo documento. L'iniziativa ha avuto luogo in 13 fra regione e province e sembra aver avuto un buon successo: nella sola Toscana, sono stati distribuiti circa 8000 libretti ad altrettanto disoccupati e cassa integrati. Questo documento ha conosciuto diverse fasi durante la sua progettazione, arrivando via via a far parte delle iniziative promosse dall’Unione Europea. In sintesi, si inizia a parlare di questo libretto all’inizio degli Anni Duemila con l’accordo Stato-Regioni che verrà poi ripreso quattro anni dopo: all’interno di questo lasso di tempo ci sono due Decreti del Ministero del Lavoro del 2001 e del 2003 che forniscono maggiori dettagli sull’utilizzo e sulle finalità di tale progetto. Prima dell’approvazione del Consiglio dell’Unione Europea datato dicembre 2005, c’è un altro intervento del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale che stabilisce l’adozione standard di tale modello.
Un libretto legato alla UE
Si tratta di un modello legato alle strategie e le azioni dell'Unione Europea, volte alla trasparenza delle competenze e alla mobilità delle persone; è infatti il corrispettivo italiano dell'Europass. Esso rappresenta dunque la carta d'identità per muoversi sul territorio nazionale, mediante le diverse esperienze di apprendimentoe lavoro, favorendo l'incontro tra domanda e offerta. Con questa formalizzazione del massimo organismo a livello europeo si è voluto conferire uno status importante a questo cammino intrapreso per la valorizzazione della formazione e delle qualifiche. Infatti in questo modo, il cittadino potrà far risaltare al massimo il patrimonio culturale e il proprio bagaglio di conoscenze rendendo queste qualifiche identificabili da più soggetti. Nel mondo d’oggi infatti la formazione non può essere un aspetto da sottovalutare, anzi visto che le abilità e la preparazione rivestono un’importanza imprescindibile, è utile per il cittadino continuare nel suo percorso e aggiornare continuamente tali esperienze attraverso questo strumento che gli permette di valorizzare ciò che è in grado di fare.
La valenza del documento formativo
Esso conferisce valore di scambio al patrimonio di competenze acquisite; non ha, pertanto, una valenza burocratica. Per questa ragione, questo documento ha delle differenze sostanziali con la scheda professionale o il Curriculum Vitae e soprattutto non deve essere confuso con questi altri due strumenti visto che il primo ha un aspetto particolarmente di valore amministrativo mentre il secondo è una produzione autonoma della persona. La grande valenza di questo strumento è data dal fatto che nell’economia di oggi, dettata sempre più dalla logica delle conoscenze, assume particolare importanza il percorso di formazione intrapreso, con tutte le attività svolte e i crediti ottenuti in un cammino che può integrare due aspetti fondamentali, come appunto la formazione e il mondo del lavoro.
Gli obiettivi principali
Sono diversi gli obiettivi che si sono prefissati chi ha ideato questo strumento formativo. Essi riguardano l’utilità dello stesso, suddiviso rispettivamente per il sistema del lavoro, per la persona e infine per le istituzioni:
- fornire informazioni sul soggetto e sul suo curriculum di apprendimento formale, non formale e informale, per la ricerca di un lavoro, per la mobilità professionale e per il passaggio da un sistema formativo all'altro;
- dare trasparenza e riconoscibilità alle abilità acquisite, favorendo l'occupabilità e lo sviluppo professionale;
- aiutare gli individui ad acquisire consapevolezza in merito al proprio bagaglio culturale e professionale, per orientarsi meglio nel mondo del lavoro
- garantire, da parte delle istituzioni, il valore di tali competenze, certificate attraverso il libretto tramite il quale queste qualifiche sono molto più visibili e viene dato spazio inoltre anche alle esperienze vissute.