Dopo avervi proposto una guida alla Flat Tax, oggi vi proponiamo un nuovo tema.
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- Congedo per maternità e conservazione del posto di lavoro
- Retribuzione e permessi
- Aggiornamenti 2014
- La Maternità nel CCNL dopo la Riforma Jobs Act di Renzi
Eccoci dunque con un altro approfondimento di AreaLavoro. Facci sapere nei commenti se lo troverai interessante. Il CCNL Contratto di commercio, rinnovato dal 1 gennaio 2011 fino al 31 dicembre 2013, dedica un intero titolo alla disciplina della maternità, definendone l’intero quadro normativo in termini di diritti, retribuzione, permessi di lavoro e astensione dalla prestazione lavorativa.
È opportuno ricordare che, per poter beneficiare della tutela prevista dalla legge 1204/71, le lavoratrici madri sono tenute a presentare al datore di lavoro il certificato sanitario di gravidanza, nonché, entro 30 giorni dal parto, il certificato di nascita del bambino rilasciato dall’Ufficio dello Stato Civile.
Congedo per maternità e conservazione del posto di lavoro
Il Titolo XV del Contratto di Commercio su “Gravidanza e puerperio” sancisce, all’art. 121- Astensione dal lavoro, che in caso di maternità le lavoratrici possano congedarsi dal lavoro per i seguenti periodi di tempo:
a. a partire dai due mesi che precedono la data del parto così come indicata nel certificato medico di gravidanza
b. per il periodo che intercorre tra la data presunta del parto e il parto stesso
c. per i tre mesi che seguono il parto
d. per un ulteriore periodo di sei mesi successivo ai primi tre (sette mesi per le “lavoratrici madri addette a lavori pericolosi, faticosi e insalubri”)
e. per un ulteriore numero di giorni non goduti qualora il parto si verificasse in data anticipata rispetto a quella recata dal certificato.
Se vuoi approfondire l'argomento dei contratti di lavoro, puoi scoprire ulteriori informazioni riguardo al contratto per cooperative sociali cliccando qui.
Divieto di licenziamento
Il Contratto di Commercio nel titolo sulla maternità stabilisce altresì il divieto di licenziamento dalla posizione lavorativa a favore della donna durante l’intero periodo della gestazione e fino al compimento del primo anno di età del nascituro, salvo eccezioni previste dalla legge stessa (licenziamento per giusta causa, cessazione dell'attività dell'azienda, etc.). Gli stessi diritti attribuiti alla donna in gestazione spettano al padre del nascituro (congedo parentale) durante tutto il periodo della maternità.
Se vuoi una visione dettagliata, ti invitiamo a leggere il nostro approfondimento su come licenziare la colf.
Retribuzione e permessi
L’entità della retribuzione per la donna in maternità nel Contratto di Commercio varia durante le diverse fasi del congedo. La retribuzione, a carico dell’INPS e anticipata dal datore di lavoro, viene corrisposta nella misura dell’80% durante i mesi di congedo obbligatorio (lettere a, b, c), e del 30% durante il congedo facoltativo (lettera d).
Il calcolo pensione e TFR per la maternità
Tutti i periodi di congedo, sia obbligatorio sia facoltativo, vengono computati nel calcolo dell’anzianità di servizio a fini pensionistici e del TFR, nel caso del congedo obbligatorio anche per il calcolo di ferie, permessi retribuiti ed ex festività (clicca qui per saperne di più su questo argomento) e mensilità supplementari. Non dà diritto a ricevere alcuna indennità il periodo che intercorre tra la data della sospensione della prestazione di lavoro e la presentazione del certificato di maternità, pur essendo considerato valido ai fini del calcolo dell’anzianità.
Aggiornamenti 2014
Erano previste delle modifiche a favore delle future madri per quanto riguardava quel capitolo. Infatti, si sarebbero potuti contare anche i mesi della maternità come durata dell’accordo contrattuale, se le donne in questione fossero rimaste incinte. Inoltre, se l’azienda avesse deciso in futuro di assumere, queste persone avrebbero avuto la precedenza, ossia un diritto di prelazione, rispetto a tutte le altre.
Tutte le novità avrebbero potuto subire modifiche fino a che non fu varato in maniera definitiva il cosiddetto Jobs Act, la riforma del mercato del lavoro promossa dal Presidente del Consiglio Renzi. Il premier desiderava dare una grande sterzata a questo settore, semplificando le forme contrattuali che sarebbero passate da quaranta a quattro/cinque, incentrando la riforma sul contratto a tutele crescenti e modificando gli ammortizzatori sociali con particolare rilievo anche alle indennità per la nascita dei figli. In quel periodo, infatti, per quest’ultimo ambito, le madri del settore autonomo erano parecchio svantaggiate rispetto alle colleghe che lavoravano con un contratto dipendente. Il Jobs Act puntava infatti a uniformare i due settori per quanto concerneva le tutele, integrando i sostegni per la gravidanza anche alle donne che lavoravano nel settore autonomo, che come detto in precedenza, godevano di meno diritti rispetto alle lavoratrici dipendenti.
Nel progetto di riforma, c’era anche una maggiore flessibilità in termini lavorativi per le madri attraverso l’introduzione del telelavoro. Inoltre, un’altra novità poteva essere rappresentata dalla tax credit, ossia una sorta di incentivo femminile per quelle famiglie che risultavano essere al di sotto di una certa soglia di reddito.
Otterrai maggiori informazioni su cos'è il Jobs Act leggendo il nostro articolo correlato.
La Maternità nel CCNL dopo la Riforma Jobs Act di Renzi
Dopo l'approvazione della riforma Jobs Act sotto il governo di Matteo Renzi, il panorama lavorativo italiano ha subito importanti cambiamenti, tra cui l'evoluzione delle politiche di maternità nel CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro). Questa riforma ha introdotto una serie di modifiche significative che hanno influenzato in modo sostanziale le condizioni di lavoro delle donne in gravidanza e neolaureate
Modifiche nei CCNL
Dopo l'entrata in vigore del Jobs Act, molti CCNL hanno subito importanti cambiamenti riguardo alla maternità. Uno dei punti chiave riguarda il congedo di maternità retribuito. In molti casi, il periodo di congedo retribuito è stato esteso, garantendo alle neo-mamme un periodo più lungo per recuperare e prendersi cura dei loro neonati. Questa modifica è stata accolta positivamente dalle lavoratrici e dalle organizzazioni per i diritti delle donne.
Protezione delle Neo-Mamme
La riforma Jobs Act ha anche rafforzato le protezioni per le neo-mamme sul posto di lavoro. È stato introdotto un divieto esplicito di licenziamento durante la gravidanza e il periodo di congedo di maternità. Questa misura mira a garantire che le donne incinte non siano discriminate o trattate in modo ingiusto a causa della loro condizione. Inoltre, è stato promosso un ambiente di lavoro più favorevole alle esigenze delle neo-mamme, con la possibilità di richiedere orari flessibili o telelavoro per conciliare meglio il lavoro e la cura dei figli.
Aspetti finanziari
Dal punto di vista finanziario, la riforma Jobs Act ha introdotto importanti incentivi per le neo-mamme. Ad esempio, sono state previste agevolazioni fiscali per le famiglie con figli a carico e sussidi per le famiglie monoparentali. Queste misure mirano a sostenere le neo-mamme nel gestire le spese legate alla maternità e all'educazione dei figli.
Questi cambiamenti riguardo alla maternità nel CCNL sono stati accolti con favore sia dalle lavoratrici che dalle organizzazioni per i diritti delle donne, rappresentando un passo significativo verso una maggiore parità di genere nel mondo del lavoro italiano. Tuttavia, è importante monitorare costantemente l'efficacia di queste politiche e continuare a lavorare per migliorare ulteriormente le condizioni delle neo-mamme in Italia.
Come rientrare a lavoro dopo la gravidanza?
Riveste molta importanza il rientro a lavoro della madre che ha appena avuto la nascita del proprio figlio o figlia. Da tenere in considerazione soprattutto le condizioni psicologiche della donna e per questo motivo sul web si trovano dei manuali con dei consigli da seguire a chi rientra sul posto di lavoro dopo questo periodo. Si va dalla nuova organizzazione della propria vita (lottando inizialmente con i sensi di colpa) alla scelta di dare la priorità alle cose più giuste, dalla decisione di lasciare il bambino a persone affidabili a creare una vita che sia fatta di routine e abitudini, dall’accettare i consigli e gli aiuti delle persone più vicine fino a mantenere uno stato d’animo positivo per il più tempo possibile.
Investiga a fondo le diverse forme contrattuali e dedicati ad approfondire questi due argomenti:
- Lavorare per studi professionali;
- Legittimità del doppio impiego.