Il regime fiscale agevolato riconosciuto ai possessori di Partita IVA è anche detto forfettino.
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- Tassazione ridotta del forfettino
- Altre caratteristiche del regime forfettino
- Partite Iva: cosa cambia nel 2014
In questa pagina illustreremo le agevolazioni riconosciute da tale regime fiscale. Vi ricordiamo di consultare la pagina: Partita IVA: Regime fiscale agevolato per conoscere le caratteristiche e i requisiti per richiedere il regime fiscale detto “forfettino”.
Tassazione ridotta del forfettino
Il regime fiscale prevede il “non pagamento” dell’IRPEF e delle imposte relative addizionali (comunali e regionali), che sono sostituite dall’imposta sostitutiva pari al 10% del reddito conseguito (al netto delle spese e dei costi). Latassazione ridotta del 10% è calcolata sulla normale dichiarazione annuale dei redditi ed il versamento dell’imposta sostitutiva dell’IRPEF si effettua tramite modello F24 con il codice tributo 4025.
Versamento IVA in unica soluzione grazie al nuovo regime
Il regime fiscale agevolato (forfettino) si applica solo all’IRPEF, mentre è obbligatorio versare le altre imposte in modo regolare. Per quanto riguarda il versamento IVA, questo può essere corrisposto al momento della dichiarazione annuale dei redditi.
Rendere più semplici gli obblighi contabili
Il regime fiscale forfettino relativo alle nuove attività esonera i contribuenti dalla registrazione e tenuta delle scritture contabili rilevanti ai fini delle imposte dirette sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) e dell’imposta sul valore aggiunto (Iva).
Rimane comunque obbligatorio emettere e conservare i documenti quali fatture, ricevute e scontrini fiscali.
Altre caratteristiche del regime forfettino
Il sostituto d’imposta che paga ricavi o compensi all’impresa o professionista che gode del regime fiscale agevolato per nuove attività non deve assoggettare a ritenuta d’acconto gli importi pagati. A tal fine i contribuenti devono rilasciare una dichiarazione dalla quale risulti che il loro reddito è soggetto ad imposta sostitutiva.
Il Servizio di Tutoraggio da parte dell’Agenzia delle Entrate è gratuito e facoltativo consiste nel diritto del soggetto contribuente di essere assistito gratuitamente dall’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente negli adempimenti fiscali formali (ad esempio: compilazione dell’UNICO, liquidazione dei tributi, ecc.). Per richiedere l’assistenza del tutoraggio è necessario:
- presentare istanza d’assistenza e tutoraggio;
- richiedere il PIN e la password d’accesso;
- installare il relativo software;
- inviare periodicamente e costantemente alcuni dati fiscali all’Agenzia delle Entrate (tutor);
- seguire le indicazioni e compilare i modelli indicati dal tutor.
Tra i vantaggi dei richiedenti il tutoraggio c'è anche la concessione di un credito d’imposta. Tale concessione è relativa all’acquisto di apparecchiature informatiche necessarie al contribuente per comunicare con il servizio di tutor. Il credito d’imposta, per l’acquisto di computer, modem e stampante, è pari al 40% del loro costo, con un massimale di € 309,87.
Partite Iva: cosa cambia nel 2014
Con il varo dell’ultimo decreto promosso dal Presidente del Consiglio Renzi sono cambiate alcune regole per quanto riguarda il versamento delle imposte a partire dal prossimo 1 ottobre. Si potrà decidere se effettuare il pagamento tramite l’apposito modello “F24 web” oppure il versamento attraverso intermediari abilitati. L’F24 potrà essere presentato in forma cartacea per cifre superiori ai 1000 euro. Con questa riforma, quindi, diventa obbligatorio l’uso di servizi telematici propri dell’Agenzia delle Entrate: escluse alcune eccezioni, dunque, non si potranno più presentare modelli attraverso gli sportelli della Posta, della Banca o di Equitalia.
L’esercito delle Partite Iva
Molte volte si è sentito parlare in televisione o leggere sui giornali questa definizione: l’esercito delle Partite Iva. Una frase che trova riscontri nella realtà visto che nel giugno 2014 sono state aperte quasi 30mila partite Iva, di cui una su tre a sistema agevolato, ossia beneficiando del regime dei minimi con la tassazione al 5%. La differenza con il regime ordinario si fa sentire pesantemente in termini di soldi che andrebbero via in tasse e il dato di giugno, con il 37% delle persone che ha scelto il sistema agevolato, supera addirittura la media del 35% riscontrata in tutto l’anno precedente, ossia il 2013.
Il Decreto del 2011 era stato fatto apposta per andare incontri a giovani professionisti che entravano nel mercato del lavoro ma questa misura è stata scelta anche da coloro che si sono ritrovati senza lavoro per essere stati licenziati dalla loro azienda oppure dai pensionati che vogliono guadagnare qualche soldo in più rispetto al loro assegno. Ovviamente ci sono delle condizioni, come la soglia massima di guadagno fissata a 30 mila euro annui e il fatto di non aver lavorato in altre aziende con Partita Iva negli ultimi tre anni. Sul futuro pesano tuttavia due quesiti: visto che questo sistema agevolato ha la durata di cinque anni, scaduto questo termine bisognerà vedere quale sarà la scelta delle persone interessate. Come detto prima, il passaggio all’ordinario non è semplice sotto il punto di vista contabile perchè richiede più tasse da versare. L’altro interrogativo, forse quello più preoccupante, è la prossima riforma del settore fiscale che potrebbe portare modifiche sostanziose a chi ha agevolato finora dell’aliquota del 5%.
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