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Leggi ad hoc, come la legge Biagi in Italia, sono state istituite per disciplinare l'ambito lavorativo, definendo regole per la flessibilità contrattuale, la rappresentanza sindacale e vari aspetti del panorama lavorativo. Un ulteriore esempio è rappresentato dalla normativa che gestisce le Leggi e contributi per l'Imprenditoria femminile, concentrata nel sostenere e promuovere l'attività imprenditoriale tra le donne.

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L’articolo 3 della legge “imprenditoria femminile” n. 215/92indica l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile e le somme ad esso destinate nel primo biennio dall’attuazione della legge 215/92 (1992-1994).

L'ampliamento della legge

La legge imprenditoria femminile è stata ampliata dalla costituzione (nel 1999) dei “Comitati per la promozione dell'imprenditorialità femminile”. Tali comitati sono stati istituiti allo scopo di incentivare, alivello regionale e locale, lo sviluppo imprenditoriale femminile, oltre ad occuparsi del monitoraggio di problematiche e le relative soluzioni delle imprenditrici.

Il if-imprenditoriafemminile è un portale dei comitati per la promozione dell’imprenditoria femminile.

Chi può beneficiare della legge?

Per quanto riguarda i soggetti che possono beneficiare di questo tipo di agevolazioni, la legge è molto attenta e specifica; in particolare, fa riferimento alle seguenti realtà imprenditoriali:

  • società di capitali in cui almeno i due terzi delle quote di partecipazione siano in possesso di donne;
  • società di tipo cooperativo, o di persone, in cui almeno il 60% è composto da donne;
  • imprese o ditte individuali gestite esclusivamente da donne;
  • associazioni, consorzi, imprese, enti di formazione, servizi di consulenza ecc... il cui 70% di azioni sia posseduto sempre e comunque da donne.

Altre caratteristiche degli enti che potranno fruire di tali diritti sono la presenza di un numero di dipendenti minore di 50, e la dichiarazione di fatturato minore di 7 milioni di euro; comunque, il bilancio totale non può superare i 5 milioni di euro previsti dalla legge.

Grazie alla legge 215, sarà possibile dunque ricevere finanziamenti in qualsiasi settore dell'artigianato, dell'industria e dell'agricoltura, così come per il settore terziario (servizi, commercio e turismo), qualora si presenti domanda contenente le seguenti motivazioni: avviare una nuova attività, oppure portare avanti una attività già esistente. Stesso discorso se ci vuole realizzare un innovativo progetto per una azienda particolare, o se si vuole arrivare ad acquisire una serie di servizi reali.

Per cosa utilizzare i fondi?

Ecco poi un elenco di quelle che sono le attività e i beni che possono essere acquistati (in maniera diretta o per locazione finanziaria) attraverso i fondi per l'imprenditoria (in base a percentuali definite dalla 215):

  • Studi di fattibilità
  • piani d’impresa
  • Progettazione e direzione dei lavori
  • Macchinari ed attrezzature
  • Impianti
  • Opere murarie
  • Software
  • Brevetti
  • Attività preesistenti
  • Inventare un lavoro creativo

Chi può far richiesta per ottenere i finanziamenti per l'imprenditoria femminile?

La legge che regola i finanziamenti per l'imprenditoria femminile è la legge numero 215/92. Il fine della legge consiste nell'incrementare l’imprenditoria rosa garantendo opportunità e facilitando l’economia di un territorio. 

La legge riconosce ai progetti selezionati dei finanziamenti all'imprenditoria attraverso contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti. Inoltre la legge stabilisce lo stanziamento di un Fondo per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile.

Per ottenere i finanziamenti per l'imprenditoria femminile si deve presentare richiesta nel momento di apertura del "bando", le cui modalità e termini sono definiti ogni volta attraverso decreti ministeriali , così organizzato:

  • si presenta la domanda per i finanziamenti per l'imprenditoria femminile in un determinato periodo di tempo,
  • tale domanda entra in graduatorie basate su criteri quali: l'occupazione, la partecipazione femminile all’impresa, la presenza di programmi finalizzati al commercio elettronico e certificazioni ambientali e di qualità.

Può fare domanda per ottener un finanziamento per imprenditoria femminile uno dei soggetti giuridici seguenti:

  • cooperative e le società di persone composte per almeno il 60% da donne
  • le società di capitali in cui due terzi almeno del capitale o degli organi di amministrazione siano controllati dalle donne
  • le imprese individuali con titolare donna
  • gli enti (le associazioni, le imprese, le società di promozione imprenditoriale, i centri di formazione) che favoriscono i corsi di formazione imprenditoriale e la consulenza manageriale ai gruppi che per almeno il 70% siano composti da donne.

I prestiti per le donne che vogliono aprire un'attività includono dei contributi

  • in conto capitale per: avvio dell’impresa imprenditoriale, acquisto di attività preesistenti oppure rilevamento di un’area aziendale con un affitto per almeno 5 anni, la realizzazione di progetti aziendali più innovativi, acquisizione di servizi reali.
  • le agevolazioni per l’acquisto di servizi reali diretti ad aumentare la produttività, a sviluppare l'innovazione organizzativa mediante nuove tecnologie e tecniche di produzione, gestione e commercializzazione, e lo sviluppo di sistemi di qualità.

L'ammontare dei finanziamenti per l'imprenditoria femminile corrisponde ad agevolazioni per le imprese che promuovono i progetti con un investimento totale fra i 60.000 e 400.000 euro. L’agevolazione per l’imprenditoria femminile viene corrisposta per il 50% mediante il contributo in conto capitale e per metà con il finanziamento a tasso agevolato al 0,50%. 

Finanziamenti imprenditoria femminile



Le agevolazioni per l’imprenditoria femminile vengono corrisposte attraverso una cifra di denaro che varia in base al luogo in cui si trova l’impresa. 

Il Gender Gap e le agevolazioni

Le imprenditrici sono ancora poche nel mondo e, nella nostra nazione, solamente il 20% è stato registrato. Esiste una una legge del 1992 , che indica apertamente dei requisiti numerici utili ad identificare un’azienda al femminile. Se possiedi queste caratteristiche, allora questo articolo rientra a pieno nelle tue competenze. Devi sapere però che quella che stai decidendo di affrontare è una lotta dura, difficile e ricca di discriminazioni. Recentemente è stato stimato che ci vorranno la bellezza di 108 anni per chiudere completamente il gender gap tra i due sessi e addirittura 202 anni per ottenere la parità tra uomini e donne sul posto di lavoro

Fanno parte della forza lavoro mondiale meno donne rispetto ad uomini, il divario nel salario corrisponde a quasi al 51% e nel 2018 le donne in posizione di leadership sono state solo il 34%. Stessa cifra anche per l'anno 2019. Altre ricerche sostengono che le donne sono più adatte a individuare i bisogni del mercato e a coglierne le opportunità. “Mancano però i role model al femminile”, Che cosa si può fare allora per promuovere l’imprenditoria femminile? 

Novità del 2021 per i prestiti e le agevolazioni alle donne imprenditrici

Con la Legge di Bilancio 2021, è stato lanciato un pacchetto di iniziative per agevolare, sotto diversi aspetti, l'imprenditoria femminile. Andiamo a scoprire quindi quali sono le nuove misure adottate. Innanzitutto, la creazione di un Fondo per un venture capital, con l'obiettivo di favorire investimenti in capitale di rischio per progetti di imprenditoria femminile a considerevole innovazione tecnologica. Le risorse stanziate al riguardo si attestano sui 3 milioni di Euro. 

Altra importante novitá è rappresentata da un nuovo Fondo impresa femminile, il cui finanziamento per gli anni 2021 e 2022 e di 20 milioni di Euro ciascuno. Obiettivi prefissati di tale iniziativa sono la promozione e sostegno per l'avvio ed il consolidamento dell'imprenditoria femminile; massimizzare il contributo femminile al lavoro e all'imprenditorialitá ed in generale allo sviluppo socio-economico dell'intero Paese, diffondendo al tempo stesso i valori del lavoro tra donne. 

Poi, è stato realizzato anche un Fondo per il sostegno della paritá salariale di genere, dotato di un finanziamento annuo di 2 milioni di Euro dal 2022. Scopo di tale fondo sono interventi ed iniziative  per sostenere e riconoscere il valore socio-economico della paritá salariale di genere e dall'attuazione delle pari opportunitá nei diversi luoghi di lavoro. Purtroppo un gap, da questo punto di vista, che ancora risulta essere considerevole nel nostro Paese e che ha visto un ulteriore peggioramento a seguito della pandemia da Covid19 e della relativa crisi economico-sociale. 

Un'ulteriore strumento destinato ad agevolare l'imprenditoria femminile è il rifinanziamento con 15 milioni di Euro, con la Legge di Bilancio 2021, dell'iniziativa "Donne in campo", lanciata l'anno precedente e che prevede la concessione di mutui a tasso zero per finanziamenti fino a 300.000 Euro, per favorire l'imprenditoria femminile nel settore agricolo. 

Tutte queste misure rappresentano importanti strumenti per fornire concreti finanziamenti per l'imprenditoria femminile, alla riduzione della disparitá salariale tra sessi e a consentire le pari opportunitá nei vari ambienti di lavoro. In altre parole, a valorizzare l'importante contributo femminile allo sviluppo del Paese.  

Come fare domanda per ottenere i fondi per l'imprenditoria femminile?

La domanda per i fondi per l’imprenditoria femminile devono essere presentate nel periodo di apertura del bando, le cui modalità e termini sono definiti ogni volta attraverso decreti ministeriali. Può presentare domanda per ottenere fondi per l’imprenditoria femminile uno dei seguenti soggetti giuridici:

  • cooperative e società di persone composte almeno per il 60% da donne
  • imprese individuali in cui il titolare è una donna

La domanda per i fondi per l’imprenditoria femminile devono essere presentate nel periodo di apertura del bando, le cui modalità e termini sono definiti ogni volta attraverso decreti ministeriali.

I soggetti che beneficiano dei fondi per l’imprenditoria femminile non possono:

  • ottenere o richiedere altre agevolazioni nazionali, regionali, comunitarie;
  • cedere o vendere i beni oggetto dell’agevolazione per i cinque anni successivi alla data di concessione della facilitazione, senza che ne sia data immediata comunicazione all'Amministrazione competente;
  • perdere i requisiti relativi alla presenza femminile in base ai quali si è ottenuta l’agevolazione per i cinque anni dalla data di concessione. E’ inoltre obbligatorio comunicare velocemente ogni cambiamento che comporti il venir meno dei requisiti previsti.

La marca da bollo

La richiesta dei fondi per l’imprenditoria femminile deve essere in linea con le tracce previste dai modelli appositamente predisposti e devono essere in regola con la marca da bollo.
Per partecipare al bando per i fondi per l’imprenditoria femminile è necessario presentare:

  • un modulo di richiesta delle agevolazioni, da redigere come dichiarazione sostitutiva di atto notarile, che includa anche i dati principali dell’impresa e sul programma di investimenti;
  • una scheda tecnica che include la descrizione minuziosa dell’iniziativa proposta e le indicazioni economico-finanziarie;
  • in allegato, la documentazione necessaria per la richiesta delle certificazioni antimafia (D.P.R. 252/98). Tale documentazione non è necessaria se si tratta di imprese individuali che, alla data di presentazione della domanda, non siano ancora iscritte nel Registro delle imprese.

Richieste sottoposte ad istruttoria

Tutte le richieste per i fondi per l’imprenditoria femminile vengono sottoposte ad un'istruttoria e, se ritenute ammissibili, vengono inserite in differenti graduatorie regionali suddivise nei macrosettori di intervento (agricoltura, manifatturiero e assimilati, commercio, turismo e servizi).

fondi per l'imprenditoria femminile

Le graduatorie della richiesta dei fondi per l’imprenditoria femminile appaiono ordinate in senso decrescente in base ad unpunteggio che deriva dai criteri di priorità uniformi sull’intero territorio nazionale.

I soggetti interessati devono controllare spesso i bandi pubblicati sui siti delle Regioni a cui si appartiene: la maggior parte dei fondi infatti proviene dalla risorse messe a disposizione dall’Unione Europea e le tipologie di agevolazioni sono diverse:

  • finanziamento a fondo perduto (senza obbligo che sia restituito): questo tipo di agevolazione varia in base alle norme regionali e dipende sia dall’importo dell’investimento che dal territorio dove si vuole investire tale somma di denaro;
  • finanziamento a tasso agevolato: viene fissato un tasso molto basso, dell’ordine dello 0.5%, per restituire il prestito erogato in un limite massimo consentito di dieci anni;
  • credito d’imposta: questa agevolazione è da considerarsi alternativa al finanziamento a fondo perduto

La crisi lavorativa in Italia incide sui fondi per l'imprenditoria femminile?

Se è pur vero che in Italia, dal 2015 in poi ovvero dal momento in cui si è deciso di intervenire con il Jobs Act le cose stanno leggermente migliorando, la situazione lavorativa si può definire ancora del tutto deficitaria. A testimoniarlo non ci sono solo i racconti di soggetti che vengono puntualmente sfruttati e licenziati ma lo dicono i numeri: dall’ormai lontano 2007, anno antecedente all’apertura della grande crisi del Belpaese ma dell’Europa in generale, la soglia di occupati è nettamente diminuita. E non bisogna farsi abbindolare da presunte tabelle più o meno comprensibili che ci dicono che il numero degli occupati è tornato ad essere tanto quanto lo era dieci anni fa. Tantissime cose sono cambiate: nessuno infatti, quando si parla di grafici occupazionali, si preoccupa di stilare una differenza tra coloro che sono assunti a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato. Esatto, la differenza sta proprio qui e nessuno ce lo dice. 
Il numero degli occupati è di 25milioni di italiani ovvero tanto quanti lo erano nel 2007 ma il numero dei lavoratori a tempo indeterminato si è ridotto in modo drastico. Che significa? Che tantissimi italiani sono certi di lavorare da qui a qualche mese e poi? Il buio. Vuoi comprarti una casa e metter su famiglia? E come fai se nessun istituto bancario con un contratto a termine ti fa un mutuo? 

E vogliamo parlare delle ore di lavoro? Anche questa è una conseguenza di questa finta ripresa occupazionale che è solo fumo negli occhi: sono infatti migliaia per non dire milioni gli italiani che vengono assunti per lavorare qualche ora al giorno o nei week end ovvero quando i grandi centri commerciali conoscono il sold out. E questa viene ribattezzata dal nostro governo ripresa occupazionale? Ma ne siamo certi? E vogliamo parlare dell’età media che si è inesorabilmente alzata all’interno degli istituti pubblici? E i giovani di ieri e di oggi, che nel frattempo aspettano, quando vedono arrivare il proprio turno? Quando sarà troppo tardi per essere inseriti poiché etichettati come ‘vecchi’? 

E allora a questo punto l’unica soluzione da prendere in considerazione, oltre a quella di andar via dall’Italia, è quella di mettersi in proprio tentando la fortuna gettandosi nel mondo dell’imprenditoria alla ricerca di una novità assoluta capace di aprirci le porte di un futuro quantomeno più roseo e soddisfacente di quello che si preannuncia oggi.  

La crescita del settore

L’Italia sta mostrando un vivace interesse per questo settore, visto che è la seconda Nazione in Europa per la domanda di investimenti per questo ambito femminile. Sempre più donne infatti sono spinte negli ultimi tempi a entrare nel mondo dell’imprenditoria, che nell’immaginario collettivo per moltissimi anni è stato sempre di dominio maschile. A tale proposito, si sono moltiplicati seminari, convegni, stage e premi volti a questo mondo in rosa, voglioso di trasformare le proprie idee e progetti in realtà. Da un certo punto di vista, il mondo imprenditoriale in rosa può essere paragonato a quello giovanile: in entrambe le sfere infatti ci sono persone che hanno spunti, invenzioni e creatività (molto spesso valide dal punto di vista dell’innovazione) da voler realizzare ma tutto ciò deve essere sostenuto dalle istituzioni attraverso norme ed agevolazioni che possano permettere a questi soggetti di poter lavorare ed esaudire i loro progetti di vita. Per questo motivo sono fondamentali i fondi per l'imprenditoria femminile dell’Unione Europea messi a disposizione dei singoli Stati. Saranno poi le Regioni a veicolare queste risorse per i progetti ritenuti migliori e validi. Le persone interessate, quindi, devono tenere sempre un occhio al sito della Regione di riferimento per non farsi scappare importanti opportunità e cercare di realizzare i propri sogni. Citiamo, infine, altri contatti per le donne interessate: Comitati per l’imprenditoria femminile, Ministero dello Sviluppo Economico, Unioncamere e il portale delle Camere di Commercio dell’Italia oltre i portali regionali già segnalati.

Ecco le tipologie di fondi per cui si può attualmente fare richiesta

Esistono molti differenti tipi di agevolazioni per l’imprenditoria femminile e ognuno ha dei differenti requisiti necessari per l’accesso, fra questi ricordiamo:

  • Fondi per l'imprenditoria femminile: abbiamo diversi contributi che rientrano in questa categoria e sono destinati a realizzare dei nuovi progetti aziendali oppure dedicati all’acquisto di prodotti e servizi necessari all’azienda;
  • I contributi a fondo perduto: di questo tipo di contributi fanno parte tutta una serie di incentivi che vengono concessi alle donne con lo scopo di avviare un’impresa, nel caso specifico, appunto, al femminile. Di questi, una parte del capitale erogato che solitamente ammonta al 50 per cento, non necessita di essere restituito, invece la somma restante si può rimborsare attraverso rate mensili che godono di un tasso agevolato;
  • Il Fondo di Garanzia: rappresenta uno strumento che dà la possibilità di richiedere un finanziamento che viene garantito dallo Stato italiano. Tale Fondo, però, non può intervenire nei rapporti fra l’impresa e le banche e nemmeno sui tassi di interesse che sono stati applicati, ma soltanto sul fronte delle garanzie. Esso può essere richiesto dalle professioniste e dalle imprese femminili inviando la propria domanda alla banca e al Fondo;
  • Il microcredito: è un’agevolazione per imprese femminili che va a fornire una garanzia sul prestito che è stato richiesto dalle professioniste in possesso di una partita Iva di almeno 5 anni o da imprese femminili già costituite le quali non abbiano oltre le 5 dipendenti (che diventano 10 in caso di Srl semplificate, di società di persone e di cooperative);
  • L’autoimpiego Invitalia: che viene in aiuto alle donne che vogliono provare ad avviare una attività imprenditoriale, valutando sia le domande di contributi a fondo perduto sia di mutuo a tasso agevolato. Inoltre offre assistenza alle ditte autonome, alle microimprese e alle ditte in franchising.

Cosa sono i contributi per l'imprenditoria femminile a fondo perduto

Prima di addentrarci nel mondo dell’imprenditoria femminile a fondo perduto, vediamo una definizione. 

Come partecipare al bando?

Richiedere la partecipazione ai bandi è possibile presentando un business plan fornito di descrizione del progetto che si intende realizzare e di una sezione più dettagliata inerente a requisiti di fattibilità finanziaria del progetto. Le spese ammissibili per le agevolazioni riguardano solitamente l’acquisto di terreni, di impianti e macchinari, consulenze e corsi di formazione.

I requisiti di ammissibilità per l’imprenditoria femminile

Per ottenere i vantaggi dedicati all’imprenditoria femminile a fondo perduto occorre possedere alcuni requisiti di ammissibilità. Sarà pertanto possibile ricevere le agevolazioni finanziarie nei casi di:

  • imprese individuali con titolare donna;
  • società di capitali costituite maggiormente, sia numericamente che per il capitale da donne, e in cui l’organo di amministrazione sia formato per lo più al femminile,
  • società di persone costituite in maggiormente, sia numericamente che di capitale, da donne;
  • Persone fisiche che vogliono aprire un’attività imprenditoriale (purché portino la documentazione riguardante le caratteristiche necessarie per essere un'impresa femminile);
  • Imprese costituite da non più di 60 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda.

Vari tipi di agevolazioni per l'imprenditoria femminile a fondo perduto

Possono essere erogate diverse tipologie di contributi a fondo perduto, si tratta di contributi in conto impianti (il cui valore massimo può ammontare per le micro e piccole imprese fino al 50% delle spese), contributo in conto interessi, il cui valore massimo del finanziamento può arrivare al 75% dell’investimento per micro e piccole imprese.

Inoltre vi è la possibilità di richiedere una combinazione di contributi, in particolare a finanziamenti a tasso zero e/o agevolati. Per  accedere ai finanziamenti a fondo perduto le imprese devono operare nei settori dell’industria, del commercio e dei servizi, compreso il turismo (Se ti piace il settore turismo, potresti considerare di lavorare nel front office).

e quindi le attività finalizzate alla valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico di riferimento, oltre che quelle volte a servizi per la ricettività e l’accoglienza. Vi sono anche incentivi per percorsi di assistenza tecnico-gestionale e per attività di marketing e comunicazione durante il periodo durante il quale vengono realizzate delle spese.

Non mancano investimenti nel capitale a beneficio delle start-up a guida femminile e in settori individuati in coerenza con gli indirizzi considerati strategici a livello nazionale.

Quali sono i settori esclusi

Per vedersi agevolati nell’imprenditoria femminile a fondo perduto, è necessario rientrare in alcuni settori. Tra i settori ammessi vi sono quello manifatturiero e il settore dei servizi, mentre tra i settori esclusi emergono l’industria carboniera, il settore siderurgico e quello delle fibre sintetiche.

Bisogna sapere tuttavia alcune cose relativi a questi prestiti erogati:

  • Composizione della società: dal momento che il finanziamento è stato accettato, non deve cambiare la struttura della società relativa alla presenza delle donne;
  • Accumulo di finanziamenti: accedendo ai fondi riservati all’imprenditoria femminile a fondo perduto, non si possono fare domande per analoghe agevolazioni come quelli su base nazionale o regionale;
  • Cessione dei beni: è vietato cedere i beni relativi al finanziamento in oggetto nei cinque anni successivi al termine fissato come data di partenza del suddetto prestito. E’ necessario, altresì, dare comunicazione all’Amministrazione che sia competente in materia in caso di modifiche e cambiamenti

Da dove provengono i finanziamenti?

La maggior parte delle risorse destinate a questo mondo al femminile deriva dai fondi erogati dall’Unione Europea per progetti validi, di reale interesse ed innovativi. Ci sono diversi portali su Internet che si occupano di dare informazioni dettagliate in merito e chi fa parte di questo mondo (o vorrebbe entrarci) deve consultare spesso il sito del Ministero dello Sviluppo, quello di Unioncamere, quello delle Camere di Commercio, quello delle venti Regioni italiane e quelli relativi alle associazioni di categoria.

Spesso infatti i finanziamenti passano per la Regione a cui si appartiene e quindi i portali regionali risultato essere molto utili per scoprire la pubblicazione di nuovi bandi a cui partecipare e le risorse destinate per i progetti in questione. Questi premi spesso sono soldi in denaro destinati alle migliori idee e prospetti sulla piccola e media impresa. Un modo quindi di stimolare questo mercato, spesso bloccato dalle troppe tasse o dall’impossibilità di dar vita a un proprio progetto per mancanza di liquidità. Un sostegno a questo mondo dell’imprenditoria femminile a fondo perduto  è necessario per far emergere personalità eccelse che non sono solo maschili.

Fondo impresa Donna 2022: in poche ore le risorse sono state esaurite

Il fondo impresa per l’imprenditoria femminile del 2022 è stato esaurito dopo pochissime ore dalla sua emissione. Il 7 Giugno infatti, per le attività con oltre 12 mesi di esperienza alle spalle, tutti i fondi sono stati esauriti. Questo fondo, nel corso di quest’anno, ha avuto una lunghissima gestazione, a causa della legge di Bilancio del 2021: il fondo a partire dal 2022 è diventato operativo, in seguito ad essere stato inserito nel PNRR, ovvero un piano nazionale improntato anche ad agevolare l’occupazione femminile. In pochissime ore più di 13.000 richieste sono state presentate alla società di persone e di capitale per lavoratrici autonome e aspiranti imprenditrici, un numero record che non ci si aspettava in alcun modo di raggiungere. Il maggior numero di richieste è partito dalla Lombardia, dal Lazio e dalla Campania, che si sono affermate come le regioni più predisposte ad utilizzare gli strumenti messi a disposizione dal piano di Resilienza per ottenere l’obiettivo in crescita dell’occupazione femminile.  Per tutti i progetti di inizializzazione dello sviluppo di nuove imprese con il maggior numero di donne, sebbene le richieste siano state effettuate il 19 maggio, soltanto di recente sono stati avviati i colloqui: circa 400 colloqui sono già stati finanziati rispetto ai primi 8 progetti. Parallelamente tutte le donne che non hanno avuto l’occasione di fare domanda ai finanziamenti, non hanno la strada totalmente sbarrata rispetto a nuove risorse.  Le finalità di questo progetto sono la promozione e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, insieme alla diffusione dei valori di tutta l’imprenditorialità del lavoro tra la popolazione femminile. L’obiettivo che si vuole raggiungere è quello del finanziamento di almeno 2400 imprese femminili entro l’anno 2026, supportando la realizzazione di progetti imprenditoriali nuovi e supportando con più attenzione le nuove idee tecnico-manageriali.

I nuovi incentivi PNRR per l’imprenditoria femminile

Per l’anno 2022, il gruppo di sostegno delle attività al femminile comprende una base di 40 milioni di euro, con l’obiettivo di valorizzare e supportare l’inizializzazione e il consolidamento dell’imprenditoria per le donne, la distribuzione dei lavori della sana imprenditorialità e delle attività gestite dalla popolazione femminile per migliorare il contributo di alcune donne nello sviluppo sociale ed economico dell’Italia. Il fondo ha l’obiettivo di supportare le imprese femminili che possiedono una sede ufficiale e una operativa all’interno del territorio nazionale. Le attività di nuova costruzione vengono sostenute mediante l’attuazione di sovvenzionamenti nell’ambito di due possibili strade:

  • Incentivi per lo sviluppo e il rafforzamento delle imprese femminili;
  • Supporti per la fondazione e lo sviluppo di imprese.

Nello specifico, possono beneficiare dei fondi per la fondazione di queste imprese, tutte le attività femminili che sono nate da meno di un anno dall’avvio della partecipazione della domanda per l’utilizzo delle agevolazioni e tutte le lavoratrici che possiedono una partita IVA. Per la presentazione della domanda possono partecipare individui fisici che hanno l’obiettivo di costruire una nuova attività.
Il fondo, per di più, supporta azioni per la distribuzione della cultura e la formazione imprenditoriale femminile, emesse dal soggetto, rispetto ad un piano di attività condiviso con il ministero, mediante iniziative per la valorizzazione dell’imprenditoria femminile all’interno delle scuole e all’interno delle università. I settori verso i quali questi nuovi incentivi sono finalizzati sono:

  • La produzione di beni all’interno del settore dell’industria e dell’artigianato, nonché nella trasformazione di prodotti agricoli;
  • La fornitura dei servizi all’interno di qualsiasi settore;
  • Il commercio e il turismo.

Le iniziative devono, per di più:

  • Prevedere spese gestibili che non superino la cifra di 250.000 euro con partita IVA per tutti i programmi d’investimento che siano capaci di prevedere la costruzione e l’inizio di una nuova realtà al femminile, non oltre i 400.000 euro.
  • Essere avviate e costruite nel corso dei 24 mesi dalla data di avvio del provvedimento di concessione delle agevolazioni.

Importi erogati per le Agevolazioni

Per ciò che concerne il contributo in denaro per l’investimento in servizi reali la misura delle agevolazioni per l'imprenditoria femminile è pari al 30% nelle aree non svantaggiate e al 40% nelle aree territoriali svantaggiate.

Un fenomeno in aumento in ogni regione. Per i dettagli contatta anche la camera di commercio

In un periodo come quello attuale segnato dalla crisi economica del lavoro ci sono quindi da registrare dei fenomeni in positivo e uno di questi riguarda l'investimento e a crescita dell’imprenditoria rosa.

Gli ultimi dati pubblicati infatti parlano di un aumento concentrato prevalentemente nelle regioni centro-meridionali, dove in Abruzzo, Molise e Basilicata si supera addirittura la percentuale del 25%. Il Presidente di Unioncamere ha salutato con felicità questo trend positivo dichiarando che ci sono molte donne vogliose di entrare in questo mercato con progetti affascinanti. La speranza è che le istituzioni diano una mano per sostenere queste imprese, da contestualizzarle nel periodo attuale di stagnazione che vedrebbe di conseguenza un rilancio del settore economico. Un buon inizio è dato dalle agevolazioni per l'imprenditoria femminile.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.

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